Parma – Mutti chiude il 2022 con ricavi per 563 milioni di euro, in crescita del +16% sull’anno precedente. Benché i rincari siano stati trasferiti parzialmente a valle, portando a un aumento del 10% nel prezzo al consumo, la marginalità è scesa. A rendere noti i dati finanziari del gruppo è Francesco Mutti, amministratore delegato dell’omonima azienda, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Il 51% del fatturato è generato dai mercati esteri, dove lavorano all’incirca una cinquantina di persone. Lo scorso anno, poi, Mutti ha aperto una filiale in Germania, che va ad affiancarsi alle altre sedi oltreconfine in Francia (“la distribuzione francese è aggressiva e ci mette tanto a riconoscere la differenza qualitativa”, spiega l’Ad al quotidiano), nei Paesi del Nord Europa e negli Usa. La produzione, invece, rimane al 100% made in Italy.
In crescita anche le quote di mercato nel segmento dei derivati del pomodoro, rispettivamente del 33,7% in Italia e del 15% in Europa. Nel nostro Paese il Gruppo continua a crescere anche grazie agli investimenti sostenuti su personale, strutture e filiali. Tra le prossime sfide in agenda, infine, Mutti menziona la crisi climatica e la siccità: “Se non risolve il problema idrico si mettono a rischio le produzioni agroalimentari del made in Italy”.
