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Tonno in scatola, l’incremento dei costi frena consumi e produzione. I dati Ancit

2023-05-29T11:42:44+02:0029 Maggio 2023 - 11:42|Categorie: Grocery|Tag: , , |

Milano – Il rincaro dei prezzi, l’aumento dei costi produttivi e l’inflazione frenano il mercato del tonno in scatola. In base ai dati forniti da Ancit (Associazione nazionale conservieri ittici), l’industria del tonno in scatola in Italia, secondo produttore europeo dopo la Spagna, nel 2022 registra una produzione di 77.411 tonnellate, in diminuzione del -7,7% sul 2021. Il volume del prodotto totale disponibile per il mercato italiano è sceso del 5% a 150.660 tonnellate, mentre i consumi sul canale retail (Gdo + Discount) hanno tenuto a fronte di un valore totale di mercato, che include tutti i canali, di 1.550 milioni di euro, in aumento del +11,91% sul 2021.

Segno negativo per le esportazioni, in calo del -4,47% sul 2021. I Paesi dell’Ue (Germania e Grecia) si confermano le principali destinazioni per il comparto del tonno in scatola, seguite da Paesi terzi come Canada, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. In crescita del +7,86% le importazioni. Guardando invece all’intero comparto conserviero ittico, il fatturato nel 2022 raggiunge 1.875 milioni di euro, in incremento del +5,33% sul 2021.

“Benché il nostro settore si sia comportato meglio di altri, permane forte la preoccupazione che il 2023 confermi le tendenze del 2022”, spiega Simone Legnani, presidente di Ancit. “Il panorama produttivo è diversificato e, solo per il tonno all’olio d’oliva i costi di produzione sono aumentati mediamente del 20-30%; di questi, solo la metà è stata assorbita dalla Gdo con relativa contrattazione, la restante parte è stata assorbita dalle aziende. E purtroppo, l’incremento di alcune materie prime, in particolare dell’olio, lascia presumere che la situazione si accentuerà ulteriormente”.

 

 

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