Olio Garda Dop escluso dai contributi del Mipaaf. I produttori: “Così scompare l’olivicoltura locale”

2023-06-21T11:42:58+02:0031 Gennaio 2022 - 11:33|Categorie: Grocery|Tag: , , , |

Cavaion Veronese (Vr) – Grande malcontento per i produttori di Olio Garda Dop. Gran parte dell’olivicoltura gardesana rimane infatti esclusa dai fondi stanziati dal Mipaaf con il Decreto ministeriale del 23 novembre 2021 per lo sviluppo e il sostegno della filiera olivicola-olearia nazionale (leggi qui). Dei 30 milioni di euro del Fondo destinato a filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura possono beneficiare solo “i produttori olivicoli associati a organizzazioni di produttori riconosciute e con una superficie minima interessata pari a 2 ha”. Una scelta che esclude le aziende associate solo al Consorzio di tutela Olio Garda Dop, di cui fanno parte 549 olivicoltori per una superficie totale di 793 ha. La decisione di destinare i contributi alle aziende la cui superficie a oliveto è pari o superiore a 2 ha esclude oltre l’80% degli olivicoltori locali che, a causa della conformazione territoriale del luogo, disposto tra le montagne e il lago, hanno spesso a che fare con superfici minori. “Nel settore enologico i sostegni vengono erogati anche a chi possiede piccolissimi appezzamenti di vigneto, salvaguardando così produzioni storiche e di nicchia”, spiega Laura Turri, presidente del Consorzio. “Non altrettanto avviene per la filiera olivicola-olearia. Anzi. Il Ministero preferisce dare priorità agli investimenti nelle aree di maggiore superficie e caratterizzate da una grande densità”. Una situazione aggravata anche dalle difficili campagne di raccolta 2019 e 2021, la cui produzione è stata quasi azzerata. “Viviamo una situazione di totale incertezza che i soci del nostro Consorzio non potranno sostenere a lungo senza aiuti economici, causando il definitivo abbandono degli oliveti”, prosegue Turri. “Auspichiamo che questo nostro grido sia ascoltato da chi potrà trovare soluzioni e risorse da destinare ai nostri olivicoltori. L’alternativa sarà la scomparsa dell’olivicoltura gardesana e, con essa, la perdita di un patrimonio di cultura, storia, tradizioni, valori e biodiversità di cui noi produttori siamo gli ultimi custodi”.

 

 

Torna in cima