Milano – Cresce l’interesse dei player industriali stranieri e dei fondi di private equity per la pasta made in Italy. A rilevarlo è un’analisi di settore dell’Area studi Mediobanca. Secondo la quale, come riporta Il Sole 24 Ore, la quota degli asset nelle mani di società straniere oggi è pari all’11,5% e quella dei fondi e del 7,4%, ma si tratta di un trend che sta crescendo rapidamente.
Alcuni esempi: il Gruppo Edeka (supermercati tedeschi) ha rilevato l’anno scorso il pastificio astigiano Rey; il fondo americano The Riverside Company ha comprato la riminese Canuti (pasta surgelata); il fondo Aksìa Capital V ha investito nella creazione di un polo della pasta fresca – il gruppo Italian food Excellence – acquisendo i pastifici Master, Michelis, Il Ceppo e Buona compagnia gourmet. Non solo. Come riporta il quotidiano, Garofalo, Bertagni, Pasta Berruto, il Gruppo Aldino, Pasta Lenzi sono marchi entrati già da tempo nell’orbita dei gruppi stranieri.
L’Italia resta indiscusso leader mondiale della pasta con 3,7 milioni di tonnellate prodotte e 2,1 milioni esportate ogni anno. Segue La Turchia, che oggi esporta 1,3 milioni di tonnellate.
