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Piano ‘anti-inflazione’ (6). La posizione di Assica, Assitol, Assocarni, Assolatte, Italmopa e Unione Italiana Food

Roma – Con una nota congiunta, Assica, Assitol, Assocarni, Assolatte, Italmopa e Unione Italiana Food, rispondono a Federdistribuzione in merito alla loro mancata firma della bozza del protocollo ‘anti-inflazione’ voluto dal Mimit (leggi qui), approfondendo delle considerazione già avanzate da Centromarca (leggi qui).

“Ci dispiace constatare quanto Federdistribuzione in queste ore ha affermato tramite i mezzi stampa. Le nostre aziende associate hanno da sempre improntato la loro produzione alla massima efficienza e razionalizzazione dei processi ed hanno assorbito quanto più possibile le varie oscillazioni dei diversi costi sostenuti anche al fine di evitare che questi vengano scaricati a valle sul consumatore, come del resto dimostrano i prezzi alla produzione, vale a dire i prezzi di cessione alla distribuzione, che si attestano ben al di sotto del tasso di inflazione medio”, si legge nel comunicato.

“Ciò premesso, condividiamo la necessità di supportare il consumatore italiano e pur disponibili a collaborare fattivamente con tutte le parti interessati in questa direzione, ci troviamo tuttavia a non poter trascurare una serie di ragioni tutt’altro che pretestuose e strumentali, come si è affermato. In questa prospettiva riteniamo che qualunque determinazione, promessa o impegno sul valore del prodotto finito non possa prescindere da un coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera alimentare nel senso più ampio. Ci riferiamo a tutti coloro che, a vario e diverso titolo, contribuiscono a formare i costi di produzione (materie prime, energia, packaging, logistica etc.) e concorrono dunque a comporre il valore finale del prodotto. Le voci di costo che producono il prezzo finale di un bene hanno un ruolo decisivo sul valore del bene stesso e gli avvenimenti degli ultimi anni hanno reso spesso insostenibili i costi di produzione, per cui un impegno sul valore del prodotto finito che non consideri l’incidenza di questi costi, sarebbe deprivato di una componente essenziale e quindi totalmente sbilanciato sugli attori della filiera a valle”.

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