• Allevamenti di montagna

Rincari, a rischio le produzioni casearie di montagna: l’allarme di Trentingrana

2022-07-27T11:22:31+02:0027 Luglio 2022 - 11:22|Categorie: Formaggi, in evidenza|Tag: , , , , , , |

Trento – “Soltanto tra i nostri allevatori, in 12 hanno chiuso l’attività e hanno mandato 700 vacche al macello. In questi giorni stanno cercando di ridurre i costi di alimentazione delle mucche praticando l’alpeggio, ma a settembre, quando saranno costretti a rientrare nelle stalle, temo che ci saranno nuove chiusure”. A parlare, sulle pagine del Sole 24 Ore, è Stefano Albasini, presidente di Trentingrana Concast, che riunisce 700 stalle e 17 allevamenti nelle valli trentine. Gli allevamenti e i caseifici di montagna, più energivori rispetto a quelli in pianura, sono in estrema difficoltà a causa dei rincari di fieno, mangimi ed energia: alcune stanno chiudendo, altre, quelle che continuano a produrre, non sanno cosa riserva il futuro. E aumentare i prezzi dei prodotti per rientrare dei costi sembra impossibile: “Ci abbiamo provato col burro, a passare da 4 a 7,30 euro al chilo per rientrare di tutti gli aumenti dei costi”, spiega Albasini. “Ma il risultato è stato un crollo vertiginoso degli acquisti”. C’è però un barlume di speranza: a breve dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto a sostegno delle produzioni zootecniche indirettamente colpite dal conflitto in Ucraina. Al settore lattiero caseario saranno destinati 75 milioni di euro, 20 dei quali esclusivamente per gli allevamenti in zone montane.

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