Trenta, sessanta. Il fornitore (non) canta

2022-04-14T13:59:28+01:0014 Aprile 2022 - 13:17|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , , , , |

Arriva un’altra tegola per produttori di salumi, carni, latte e formaggi. La distribuzione chiede di allungare i tempi di pagamento. Una richiesta che può sconfinare nella pratica sleale. Ed esige una risposta ferma. 

Pratiche sleali: la battaglia continua. Nonostante il punto fermo della direttiva europea (633/2019) e del decreto legislativo 198/2021, in vigore dal 15 dicembre, il lavoro da fare è ancora molto. Se è vero, com’è vero, che la normativa contro le pratiche commerciali scorrette è un risultato storico, stanno però arrivando segnali preoccupanti dalle aziende produttrici di salumi, carni e prodotti lattiero caseari, peraltro su un ambito delicato come i tempi di pagamento. Tutto nasce dal testo del decreto legislativo 198 (che ha abrogato l’articolo 62), dove non ci sono più parametri che permettano di individuare con precisione quali siano i prodotti deperibili. Se prima esisteva un elenco specifico dei prodotti da pagare a 30 giorni, la normativa che ha recepito la direttiva Ue si limita a una definizione più ampia e vaga: “I prodotti agricoli e alimentari che per loro natura o nella fase della loro trasformazione potrebbero diventare inadatti alla vendita entro 30 giorni dalla raccolta, produzione o trasformazione”.

In questo vuoto interpretativo si è infilata dritta dritta la distribuzione moderna. Come? Semplice: chiedendo a numerosi fornitori, in fase di sottoscrizione dei contratti, di modificare i tempi di pagamento da 30 a 60 giorni, spesso con l’ulteriore clausola del conteggio del termine da fine mese. Insomma, secondo questa discutibile interpretazione, per alcuni prodotti deperibili il termine di pagamento adeguato è 30 giorni, mentre per altri (sempre deperibili) si può arrivare benissimo a 60 giorni.

Una situazione discriminatoria che non ha alcuna ragion d’essere. Basterebbe vedere la precedente legislazione in materia – o più semplicemente ricorrere al buon senso – per capire che il latte e i prodotti lattiero caseari freschi subiscono un brevissimo processo di trasformazione e vengono immessi sul mercato. Chi mai consumerebbe il latte fresco dopo un mese dalla produzione?

Quanto a salumi e carni, abbondano i precedenti normativi: il decreto 13 maggio 2003 del ministero delle Attività produttive li considerava deperibili, e lo status veniva poi confermato nel ben noto articolo 62 del DL 1/2012. Il decreto attualmente in vigore poggia su basi giuridiche e scientifiche che parlano chiaro: Tmc o shelf life, in alcuni casi superiori a 30 giorni, non c’entrano un bel niente. Perciò appare pretenzioso riferirsi a questi parametri per dilazionare i pagamenti.

Le pressioni della distribuzione, oltretutto, arrivano in un momento complesso per la filiera agroalimentare, come sappiamo bene. Con l’esplosione di tutti i costi di produzione, i focolai di influenza aviaria e l’epidemia di peste suina in corso. Solo quest’ultima sta causando danni per circa 20 milioni di euro al mese a causa della chiusura all’import di salumi italiani da parte di diversi mercati strategici. Chiedere di allungare i tempi di pagamento vorrebbe dire imporre un altro onere finanziario all’industria, peraltro del tutto ingiustificato. Onere che, come scrivono Assica, Assocarni, Assolatte e Unaitalia in una lettera ad alcuni parlamentari: “Vale dal 3 al 5% del fatturato e che va a finanziare i margini della distribuzione, mentre i nostri si assottigliano ulteriormente”.

Che fare, dunque? La politica può rimediare intervenendo con un emendamento. È la stessa direttiva europea contro le pratiche sleali a prevederlo: l’articolo 9, per garantire un maggiore livello di tutela, consente agli Stati membri di introdurre norme nazionali più rigorose. In questo caso, si tratterebbe di esplicitare le caratteristiche fisico-chimiche dei prodotti in questione, onde evitare trattamenti discriminatori.

Assica ha predisposto una bozza di replica alle richieste della distribuzione, che può essere modificata a seconda delle esigenze. Clicca qui per scaricarla

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