Etichettatura d’origine per grano e riso: i ministri Calenda e Martina firmano il decreto

2017-07-20T14:49:19+02:0020 Luglio 2017 - 14:49|Categorie: Pasta e riso|Tag: , , , , , , , |

Roma – Firmati oggi, senza nemmeno attendere il parere dell’Ue, i due decreti interministeriali per introdurre in via sperimentale, per due anni, l’obbligo di indicazione d’origine in etichetta del riso e del grano per la pasta. A darne notizia sono i ministri delle Politiche Agricole e dello Sviluppo Economico, Maurizio Martina e Carlo Calenda, precisando che i provvedimenti ricalcano la norma già in vigore da aprile 2017 per i prodotti lattiero caseari. “È un passo storico che abbiamo deciso di compiere senza aspettare Bruxelles”, ha dichiarato Martina. Gli fa eco Calenda: “L’Ue ha dimostrato una lentezza inaccettabile su questo tema, noi abbiamo deciso di andare avanti e di sfidare, in termini costruttivi, l’Europa su questo terreno”. Nei dettagli, il decreto relativo al grano prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia indichino obbligatoriamente in etichetta il paese di coltivazione e quello dove è stato macinato. Quanto al riso, dovranno essere obbligatoriamente indicati il paese di coltivazione, quello di lavorazione e di confezionamento. Quanto alla tempistica, i provvedimenti prevedono una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende al nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte. Che ci sia anche la volontà di fare un ennesimo regalo a Coldiretti dopo lo strappo con il governo sul Ceta, l’accordo di libero scambio fra Ue e Canada?

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