Anicav difende il settore conserviero (2). “Necessaria massima trasparenza per il consumatore finale”

2021-06-24T11:02:55+02:0024 Giugno 2021 - 11:02|Categorie: Grocery, in evidenza, Ortofrutta|Tag: , , |

Napoli – “E’ noto il nostro totale impegno a favore della massima trasparenza a tutela della salute dei consumatori, così come testimoniato nel corso degli anni anche dalle posizioni assunte a sostegno dell’introduzione dell’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i derivati del pomodoro e dal lavoro che stiamo portando avanti in sinergia con la Stazione Sperimentale delle Conserve (Ssica) per la caratterizzazione dei macro e micro elementi minerali presenti nel pomodoro finalizzato all’identificazione della zona d’origine dei derivati”, prosegue il comunicato rilasciato da Anicav. “L’Italia importa concentrato di pomodoro da diversi mercati quali la Cina, gli Usa, la Spagna e il Portogallo. E circa il 90% viene rilavorato dalle nostre aziende e poi riesportato, con la dicitura in etichetta ‘confezionato in Italia’ e non ‘prodotto in Italia’, verso paesi terzi. […]. E continua: “Il pomodoro coltivato nella Penisola è, per la sua elevata qualità, destinato alle produzioni di maggiore pregio – come, ad esempio, i pomodori pelati, prodotto caratteristico delle aziende del bacino Centro Sud – che l’industria conserviera, con grandi difficoltà, cerca di vendere (non sempre riuscendo) a condizioni sufficientemente utili a coprire il costo della materia prima”.

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