Assemblea Assica (3). Ismea: export italiano di salumi vale 1,38 miliardi di euro. Superata la Germania

2017-06-13T17:16:21+01:0013 Giugno 2017 - 17:16|Categorie: Carni, Salumi|Tag: , |

Roma – E’ stata presentata durante l’assemblea di Assica, il 13 giugno, la ricerca di Ismea ‘Scenario mondiale e posizionamento all’estero dei salumi italiani’. Dall’analisi risulta che, con un valore complessivo di quasi 1,38 miliardi di euro nel 2016, l’Italia ha conquistato la leadership mondiale per le esportazioni di preparazioni e conserve suine, superando la Germania. Il sorpasso è avvenuto soprattutto grazie alla crescita della quota detenuta dall’Italia nei primi tre mercati di sbocco: Germania, Francia e Regno Unito. Complessivamente, i tre Paesi rappresentano quasi la metà del valore generato dalle vendite all’estero dei salumi nostrani. “I salumi italiani vincono il confronto competitivo, pur posizionandosi su una fascia alta di prezzo”, ha dichiarato Raffaele Borriello, direttore generale di Ismea, “il posizionamento dei prodotti italiani è nel segmento premium, ma lo scenario competitivo è più articolato e soprattutto con notevoli prospettive di espansione anche in considerazione dell’apertura di due mercati rilevanti, come Usa e Canada, a seguito del superamento di importanti barriere sanitarie. Significativo anche il caso del Giappone che, nel 2016, ha complessivamente ridotto dell’8% gli acquisti dall’estero di salumi, mentre i flussi dall’Italia sono risultati in aumento del 7%”. L’analisi, inoltre, evidenzia che la Germania ha incrementato i propri acquisti dall’Italia (+4% in valore nel 2016) e che, in Francia, i salumi italiani hanno guadagnato terreno (+7%) nei confronti dei produttori tedeschi (-7%). Negli ultimi cinque anni le esportazioni italiane di preparazioni e conserve suine sono cresciute del 27% in valore: oltre la metà è rappresentata dai prosciutti stagionati (692 milioni di euro nel 2016). A seguire, con poco meno di un terzo, salami e insaccati (417 milioni di euro nel 2016) e i prosciutti cotti, con una quota pari al 10% in valore (134 milioni di euro nel 2016).

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