Carni suine in Cina: l’analisi di Teseo-Clal

2021-09-27T11:46:21+01:0027 Settembre 2021 - 11:43|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , , , , , , , , |

Sermide (Mn) – Il sito Teseo by Clal, specializzato in analisi di mercato nei settori lattiero caseario e delle carni suine, ha pubblicato un articolo a cura di Marika De Vincenzi con a tema gli effetti della domanda cinese sul mercato italiano, con particolare riferimento alla situazione in Germania e Spagna. Lo riportiamo integralmente di seguito.

Verso la fine del 2020, la Cina ha bloccato le importazioni di carne suina dalla Germania, autosufficiente per il 141%,  a causa della diffusione della Peste suina africana (Psa). Senza più uno sbocco remunerativo e in grado di assorbire una fetta considerevole di export, la Germania nel primo semestre 2021 è stata costretta a ridistribuire 360mila tonnellate di carne suina, soprattutto verso Olanda, Italia e Polonia, attraverso una politica di export aggressiva e competitiva.

I prezzi di esportazione della Germania sono diminuiti: -26% il valore delle carni suine fresche e congelate, per un livello medio di 2,02 euro/kg.

La situazione sta cambiando anche in Cina. Nel periodo gennaio-agosto 2021 le importazioni di carne suina dalla Cina si mantengono elevate, ma con un trend in diminuzione a partire da maggio (-0,8% nel periodo gennaio-agosto 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020).

Avendo bloccato le importazioni dalla Germania, nel corso del 2020 la Cina ha aumentato le importazioni da altri paesi europei, soprattutto dalla Spagna, leader ormai nella produzione di carne suina e autosufficiente per il 220%. Nel mese di agosto, però, anche le importazioni di carni suine fresche e congelate dalla Spagna hanno segnato una battuta d’arresto: -3,8%.

Come prima strategia, la Spagna potrebbe adottare la soluzione della Germania e, quindi, aumentare quote di mercato in altri paesi, per fronteggiare la minore richiesta della Cina. Questo potrebbe innescare molto rapidamente una contrazione dei prezzi, con un effetto domino in tutta Europa (Italia compresa).

Nei prossimi mesi, comunque, le dinamiche cinesi saranno più chiare agli occhi del mondo. Saremo alle prese con un rallentamento temporaneo dell’import di Pechino oppure gli acquisti entro i confini dell’ex Celeste Impero saranno destinati a stabilizzarsi?

Il ripopolamento della mandria suina cinese e la conseguente riduzione dei prezzi interni ha generato un aumento del consumo di carne suina locale. In questi anni è avvenuto anche un altro mutamento nella dieta dei cinesi, che hanno in parte sostituito i consumi di carne di maiale con altre fonti proteiche (in particolare pollo, ma anche manzo) e che non è scontato che ritorneranno a orientarsi verso un consumo esclusivo o privilegiato di carne suina.

Ad oggi le quantità di carni suine consumate in Cina non hanno ancora raggiunto i livelli precedenti la Psa, e, molto probabilmente, resteranno inferiori.

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