Parma – Come ampiamente previsto, difficilmente vedremo il suino italiano tornare a una quotazione inferiore ai 2,00 euro/kg a stretto giro di posta. La seduta della Cun conclusasi oggi è indicativa in tal senso: i Dop segnano un invariato, con i prezzi di riferimento che rimangono 2,072 euro/kg per il pesante oltre i 160 kg e 2,012 euro/kg per la categoria 152/160 kg. Si arresta così una caduta che durava dal 20 aprile scorso, quando il record di 2,235 euro/kg era stato congelato da un non formulato. In questi due mesi, il maiale ha perso il 7,3% (poco più di 16 centesimi).
Guadagna inoltre 0,1 centesimi (!) il non tutelato. Una variazione apparentemente insignificante, ma che è un messaggio chiaro degli allevatori. Visto anche il rialzo dei mercati europei (proprio oggi è stato confermato un ulteriore incremento della carcassa tedesca, 5 centesimi che portano il prezzo al record storico di 2,43 euro/kg), anche l’Italia si prepara a un ulteriore incremento della materia prima.
