Danni del gelo sui vigneti italiani: Assoenologi traccia un primo bilancio

2017-05-17T12:34:26+02:0017 Maggio 2017 - 14:15|Categorie: Vini|Tag: , , , , |

Roma – Assoenologi traccia un primo bilancio sui danni causati dal gelo ai vigneti italiani. In una nota ufficiale, l’associazione spiega gli effetti dell’ondata di freddo proveniente dal Nord Europa che, nelle mattinate tra martedì 18 e venerdì 21 aprile, si è abbattuta sull’Italia. Con le temperature, soprattutto nelle regioni del Nord e Centro Nord, che sono scese repentinamente a valori prossimi a 0 gradi. “Spesso siamo preda dell’ossessione del clima che cambia”, evidenzia il Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi. “Ma in effetti la gelata dello scorso aprile non può essere considerata il risultato di un fenomeno meteorologico normale. Lo dimostra la dimensione europea dell’evento e la gravità del danno. Molto raramente, infatti, si associano gli effetti di un raffreddamento dovuto allo spostamento di grandi masse fredde dall’Artico, con quelli della perdita di calore dal suolo per irradiamento e, in molti casi, per la caduta di aria fredda lungo le pendici verso le zone più basse. La situazione è stata poi aggravata dall’avanzato sviluppo dei germogli per le favorevoli condizioni del mese di marzo”. Dalle prime stime, riprende la nota riportando le rilevazioni effettuate, i danni sembrerebbero ingenti. Vigneti colpiti a macchia di leopardo, soprattutto nei terreni a fondovalle e in quelli pianeggianti, e tanta preoccupazione per i nuovi impianti, particolarmente sensibili. “Come è facile prevedere le conseguenze per la viticoltura italiana saranno, sul piano produttivo, molto gravi, anche perché sono stati colpiti alcuni distretti viticoli i cui vini sono destinati soprattutto all’esportazione”, conclude Cotarella. “Il risultato degli interventi agronomici per il recupero della produzione dell’annata in corso si prospettano molto aleatori e potranno essere valutati solo dopo la risposta delle piante, tra qualche settimane. È opportuno invece che le scelte dei viticoltori si orientino verso il ripristino della struttura produttiva per la prossima annata”.

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