Diretta Cibus 2024 / A Cibus si celebra la cultura del “bello, buono e ben fatto”

2024-05-08T10:28:23+02:008 Maggio 2024 - 09:55|Categorie: Fiere|Tag: |

Il convegno inaugurale di ieri ha affrontato il tema della competitività dei prodotti agroalimentari italiani nello scenario internazionale. Al centro: le partnership fieristiche, le attività di promozione e il boom delle esportazioni. Il plauso del mondo politico è per gli imprenditori del comparto.

Di Annalisa Pozzoli

Qual è il futuro dell’agroalimentare in Italia? Quale sarà l’impatto delle regolamentazioni sul futuro dei flussi commerciali, e come influirà sulla competitività del made in Italy? Di questo, e di molto altro, si è discusso ieri, 7 maggio, nel convegno di apertura della 22esima edizione di Cibus. Un appuntamento che ha chiamato a raccolta alcune delle più importanti figure del panorama agroalimentare e politico italiano, tra cui il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che hanno offerto un’analisi approfondita della posizione dell’Italia nel mercato f&b globale.

Ad aprire i lavori, l’intervento del presidente di Fiere di Parma, Franco Mosconi, che ha snocciolato i numeri di questa edizione 2024 di Cibus: “Sono circa 3mila i brand presenti, con tutti i leader di categoria, oltre mille novità presentate, che molto dicono sul grado di innovazione tecnologica presente nel settore. 3mila top buyer internazionali, 70mila visitatori previsti provenienti da tutto il mondo”. Risultati importanti, dovuti anche grazie a una precisa strategia volta alla crescita: “Questa edizione di Cibus cade in un momento particolarmente intenso sotto il profilo strategico per la nostra società”, ha sottolineato Mosconi. “Nella prima metà del 2023 abbiamo concluso un importante accordo societario con Fieramilano, la quale ha conferito a Fiere di Parma il ramo d’azienda Tuttofood. Fieramilano è entrata quindi a far parte della nostra compagine sociale. Oggi inauguriamo Cibus 2024, e stiamo già lavorando all’edizione 2025 di Tuttofood, che si terrà a Milano dal 5 all’8 maggio. I due grandi player nazionali hanno deciso di unire le forze per guardare allo sviluppo internazionale del settore agrifood italiano. Dal 2016 abbiamo in essere una proficua collaborazione con Koelnmesse nel settore meccano-alimentare. Forti di questi due passaggi – Milano e Colonia – stiamo lavorando al rafforzamento della partnership tra Fiere di Parma e Koelnmesse lungo la direttrice Parma-Milano-Colonia. L’idea di fondo è di creare una piattaforma fieristica unitaria sempre più internazionale, sotto il duplice profilo degli espositori e dei visitatori. Una piattaforma che ha in portafoglio tre eventi che hanno un posizionamento di mercato chiaro, distinto e complementare. Anuga Colonia, ovvero l’evento di riferimento a livello mondiale. Cibus Parma, la fiera leader e iconica del made in Italy alimentare. Tuttofood Milano, che ospiterà le tendenze dell’offerta globale di food and beverage. E già in questa edizione da record Cibus ha goduto dei benefici di queste due importanti alleanze, in particolare sul fronte dei visitatori internazionali”.

E il made in Italy è stato al centro anche dell’intervento di Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare, che ha evidenziato quanto il concetto di imprenditorialità in Italia sia strettamente interconnesso alle bellezze del nostro Paese e alla sua storia: “All’origine del made in Italy c’è la nostra cultura umanistica, che affonda le sue radici nel passato e che continua a rinnovarsi, nel rispetto della tradizione, tramandando alle nuove generazioni la cultura del buono, del bello e del ben fatto. Mi piace immaginare il made in Italy come un prisma, in cui da un lato entra la luce della cultura italiana, e dall’altro scaturiscono diversi colori, ciascuno dei quali è un settore del nostro saper fare. Oggi a Cibus celebriamo il saper fare dei nostri imprenditori alimentari, che applicano in concreto ogni giorno, il concetto del bello, del buono e del ben fatto, attraverso l’amore e la cura con cui realizzano i loro prodotti”.

Tuttavia, per il made in Italy questo è un momento di incertezza, come ha sottolineato Matteo Zoppas, presidente di Ice Agenzia, nel suo contributo. “Incertezza che non va letta in termini negativi, anzi, tutt’altro. Il totale delle esportazioni nel 2023 ha contato 625 miliardi di euro, in linea con il 2022. Rispetto al 2019 siamo cresciuti del 30%. È un numero che rappresenta un terzo del Pil, quindi ha effetto immediato anche sull’occupazione e l’economia italiana. L’agroalimentare, dal canto suo, ha chiuso con 62 miliardi di fatturato all’export, +6% rispetto all’anno precedente. Merito soprattutto dell’impegno degli imprenditori, che anche quando ci sono state grosse difficoltà hanno saputo tenere dritta la barra, superando pandemia e conflitti bellici”. Fondamentale per questi risultati è l’appoggio delle istituzioni, ma anche il ruolo di Ice Agenzia, come spiega Zoppas: “Dobbiamo portare avanti la promozione del made in Italy, contribuendo ad aprire canali dove raccontare quello che viene fatto in Italia, ma anche creando attività che portino sviluppo, e le attività fieristiche in questo senso sono fondamentali”.

Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha sottolineato il valore dei prodotti italiani, grazie al modello produttivo nostrano “fondato sull’identità e sull’innovazione, che ha saputo farsi largo nel mondo. E che oggi comporta una strategia industriale a sostegno dell’innovazione, che destina 13 miliardi di euro per rendere più competitive le imprese, per rendere ‘il bello, il buono e il ben fatto’ sostenibili anche sul piano sociale, imprenditoriale e ambientale. Possiamo esportare questo stesso modello come esempio per gli altri Paesi, lavorando insieme come una squadra e valorizzando la presenza estera nelle fiere italiane”. Urso si è rivolto quindi agli imprenditori stessi, ringraziandoli “per aver saputo andare controcorrente anche in un momento difficile”. E ha affermato: “Ora è il momento che l’Europa investa sull’impresa e il lavoro europeo e noi possiamo essere d’esempio”.

Il convegno inaugurale si è concluso con l’intervento del titolare del Masaf, Francesco Lollobrigida, che ha affermato: “Il nostro Paese ha saputo creare nel tempo prodotti di grande qualità, assorbendo, nel proprio Dna, tutte le culture del Mediterraneo. È nostro dovere avere consapevolezza del loro valore economico. È inoltre nostro compito difendere il rapporto sinergico tra lavoro, conoscenza e produzione. Per me, venire qui in fiera è un momento non di presenza, ma di conoscenza. È parlando con gli imprenditori che si possono trovare risposte alle domande che ci stiamo facendo, in modo che lo Stato possa tendere la mano non solo per chiedere, ma anche per dare”.

 

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