Roma – Sciopero della pasta per una settimana a partire dal 22 giugno. Assoutenti ha indetto questa protesta dopo che il Governo, a seguito della riunione su aumenti e inflazione il mese scorso, ha deciso di non intervenire sui prezzi. L’invito è di lasciare la pasta sugli scaffali o di farla in casa.
Secondo un’analisi su varie città italiane, come riporta Gambero Rosso, la pasta è arrivata a costare 2,13 euro al chilo: il doppio rispetto a quanto indicato dai pastai. “Lo sciopero è per vedere se tenere la pasta sugli scaffali farà scendere i prezzi, nella grande tradizione del boicottaggio delle merci”, ha dichiarato il presidente di Assoutenti Furio Truzzi. “Il prezzo della pasta è assolutamente sproporzionato rispetto ai costi di produzione”. Secondo Assoutenti, una famiglia italiana di quattro persone spende in media 915 euro in più all’anno in generi alimentari: un aumento di quasi il 12%, per un totale di 7.690 euro all’anno. Lo sciopero della pasta dovrebbe, idealmente, portare a un calo dei prezzi a seguito del crollo della domanda.
