Forum Food&Beverage di Ambrosetti: l’inflazione energetica è il problema più grave per il 69,2% delle aziende

2023-06-09T12:13:53+02:009 Giugno 2023 - 12:13|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Bormio (So) – Al via oggi il settimo Forum Food&Beverage organizzato da The European House – Ambrosetti, dal titolo ‘La Roadmap del futuro per il Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni’. Tra i temi più rilevanti, il risultato di un’indagine condotta su un campione di oltre 500 aziende resa nota oggi: per sette aziende italiane su dieci (69,2%) del settore il problema più grave causato dallo stato di crisi permanente che l’economia globale sta vivendo da oltre tre anni, è l’inflazione energetica. Nella lista degli impatti negativi, al secondo posto ci sono gli effetti della crisi inflattiva delle materie prime (49,9%), e via via gli strascichi della pandemia (23%) e, in linea con la crescita dei prezzi sulle materie prime, la difficoltà di approvvigionamento degli input produttivi (22,2%). All’ultimo posto troviamo, invece, l’impatto dei danni legati alla siccità (13,5% delle imprese) che trova spiegazione nella storica dipendenza da materie prime estere delle aziende italiane.

Ad oggi, nonostante una pressione crescente sui costi operativi, quasi quattro imprese su dieci (39,4%) affermano di aver aumentato i propri prezzi al consumo meno di quanto sia aumentata l’inflazione e l’11,6% è stata persino in grado di non aumentare il prezzo. “E’ la dimostrazione – ha affermato Valerio De Molli – managing partner & Ceo, The European House – Ambrosetti – del ruolo sociale delle imprese in questo contesto di difficoltà anche del potere di acquisto dei cittadini. Da solo, tuttavia, l’assorbimento di parte del peso dell’inflazione da parte degli operatori della filiera non è comunque sufficiente: questo contributo si inserisce infatti in un quadro che vede i consumi alimentari fermi da oltre un decennio e con una flessione del 3,4% nell’ultimo anno dovuta al momento di crisi, ma non solo. L’Italia è il Paese in cui il salario medio annuale è cresciuto di meno negli ultimi 30 anni tra Usa, Paesi Bassi, Germania, Uk, Francia e Spagna, e dal 2021 al 2022 i salari medi reali si sono ulteriormente ridotti del -3,1% contribuendo così a una sostanziale immobilità del potere d’acquisto”.

 Come emerso dall’analisi di The European House – Ambrosetti, l’intera filiera agroalimentare italiana sostiene circa 30 macro-settori, contribuendo alla realizzazione del 16,4% del Pil nazionale. Con 282 miliardi di euro di valore aggiunto, di cui 64,1 diretti, il contributo dell’agroalimentare al Pil italiano è pari a 2,5 volte il settore automotive di Francia e Spagna messe insieme. Nel 2022, la bilancia commerciale della filiera agroalimentare italiana è tornata, tuttavia, negativa con un saldo di -2 miliardi di euro, dopo i primi tre anni di solidità dal 2019 al 2021.

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