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Francesco Lollobrigida nuovo ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare (2). Il commento di Angelo Frigerio

2022-10-24T09:28:57+02:0024 Ottobre 2022 - 09:28|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , |

Roma – “Carneade: chi era costui?”, meditava fra se e sé Don Abbondio in uno dei primi capitoli de I promessi sposi. Da allora la frase viene utilizzata quando sulla scena compaiono nomi sconosciuti ai più. Francesco Lollobrigida è fra questi. Un Carneade per quanto riguarda i temi relativi all’agricoltura e alla filiera agroalimentare. L’ennesimo ministro catapultato dalla politica in un dicastero di cui non sa nulla o quasi. Prendiamo atto. Avremmo preferito Gian Marco Centinaio, lui sì esperto della materia, ma così vanno le cose in quel di Roma. In merito poi al concetto di sovranità alimentare inserito nel nome del ministero, molti commentatori di sinistra hanno storto il naso, dimostrando ancora una volta una ignoranza crassa e becera. Al contrario, il concetto esiste da 26 anni. Fu coniato per la prima volta nel 1996 da Via Campesina, un’organizzazione internazionale non governativa composta da decine di piccole organizzazioni di contadini. Un gruppo nato dal basso che propugnava un’agricoltura sostenibile, non basata sullo sfruttamento del territorio e delle persone, non dominata dalle grandi imprese multinazionali.  Al di là delle parole, sarà meglio stare ai fatti. Nella sua prima esternazione, Lollobrigida ha parlato di tutela del Made in Italy e di lotta contro la carne sintetica. Fin qui tutto bene. Occorre però ricordare che l’industria alimentare italiana è soprattutto un’industria che trasforma materie prime che ci arrivano dall’estero. Sto parlando ad esempio della bresaola, della pasta, del caffè, del prosciutto cotto e altro ancora. Non vorremmo dunque che il neoministro corra dietro a tante battaglie (leggi il blocco dei Tir al Brennero) portate avanti da Coldiretti. Tuteliamo il Made in Italy ma difendiamo anche, e strenuamente, la capacità imprenditoriale di trasformazione delle nostre aziende. Per quanto riguarda poi le multinazionali, non dimentichiamo che grazie ad esse, nel corso di questi anni, sono state salvate produzioni italiane e molti posti di lavoro. Se non ci fosse stata Lactalis, ad esempio, oggi Parmalat sarebbe un ricordo del passato…

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