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Indetto uno sciopero di quattro giorni presso lo stabilimento Galbusera di Cosio Valtellino (So)

2023-07-04T17:54:01+02:004 Luglio 2023 - 16:01|Categorie: Dolci&Salati|Tag: , , |

Cosio Valtellino (So) – Sono stati programmati altri quattro giorni di sciopero, dal 3 al 6 luglio 2023, presso lo stabilimento Galbusera di Cosio Valtellino (So). Lo sciopero è il primo dalla fondazione dell’azienda, avvenuta nel 1938. La decisione è stata presa dai lavoratori a seguito di un precedente stop ai lavori avvenuto dal 28 al 30 giugno. A indire lo sciopero, secondo quanto riportato da Collettiva, quotidiano online della Cgil, sono state Fai, Flai e Uila per i dipendenti diretti e Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp per i somministrati.

Causa dello sciopero, secondo l’articolo, sarebbe stata la richiesta dell’azienda di proroga fino a dicembre 2027 delle deroghe senza limitazioni sulla durata e i rinnovi dei contratti di lavoro a tempo determinato. Ma anche la risposta negativa di Galbusera alla richiesta di un aumento del valore del premio di risultato nel prossimo triennio e l’eccessivo carico individuale di lavoro che, per i dipendenti, sta provocando situazioni di stress e insoddisfazione. Per questi motivi, quindi, i lavoratori si asterranno dalle prime due ore di lavoro. E il 7 luglio potranno partecipare all’assemblea di tutti i dipendenti convocata al termine dello sciopero.

“Il lavoro in fabbrica è fatica, ma quando la fatica si trasforma in disagio e sofferenza non si può rimanere indifferenti. La cosa significativa è stata l’adesione pressoché totale alla protesta”, sottolinea il segretario generale della Flai di Sondrio, Valter Rossi. “Quando hai una fabbrica con 500 lavoratori e in più di 400 decidono di fermarsi per due ore rinunciando alla loro retribuzione dovremmo riflettere sullo stato d’animo che c’è dentro quello stabilimento. Purtroppo a oggi nessun segnale di attenzione arriva dall’azienda, nonostante che da tempo ci sia un crescente malcontento per un modello del lavoro precario, stressato anche da una grande distribuzione che detta regole esclusivamente legate al risultato economico, a cui però l’industria alimentare si adegua esasperando la flessibilità del lavoro, senza tenere conto delle ricadute sugli operai”.

Contattata dalla redazione di Alimentando l’azienda non ha voluto rilasciare dichiarazioni sull’argomento.

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