Italia in forte ritardo sugli obiettivi dell’Agenda Onu 2030: il report Asvis

2023-10-26T11:12:36+02:0026 Ottobre 2023 - 11:12|Categorie: Mercato|Tag: , |

Roma – Ora come ora, l’Italia è ben lontana dal raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità stabiliti dall’Agenda Onu 2030. È ciò che emerge dall’ottavo rapporto ‘L’Italia e gli obiettivi dello sviluppo sostenibile’ elaborato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) e ripreso da MF.

Secondo il report, il nostro Paese rischia di non rispettare gli impegni assunti in sede Onu nel 2015: guardando ai 33 target valutabili con indicatori quantitativi, infatti, solo per 8 di questi si raggiungerà presumibilmente il valore fissato al 2030. Per 14 indicatori sarà molto difficile o impossibile raggiungerlo, per 9 si registrano andamenti contradditori e per altri 2 non ci sono dati a sufficienza per esprimere un giudizio.

Rispetto al 2015 si sono registrati numerosi peggioramenti in termini di indicatori valutati. Di seguito alcuni esempi:

  • La quota di nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta è passata dal 6,1% del 2015 al 7,5% del 2021 e coinvolge quasi due milioni di famiglie con 1,4 milioni di minori;
  • La spesa pubblica per sanità e istruzione è nettamente inferiore alla media europea. L’abbandono scolastico è all’11,5% e circa 1,7 milioni di giovani non studiano né lavorano;
  • Quanto alla dimensione ambientale, l’Italia registra il 42% di perdite dai sistemi idrici e solo l’11,2% delle aree marine sono protette. Inoltre, il degrado del suolo interessa il 17% del territorio nazionale;
  • Le energie rinnovabili costituiscono solamente il 19,2% del totale: questa percentuale, al momento, non consente di intraprendere un percorso di riduzione delle emissioni;
  • Per quanto concerne il lato economico e dello sviluppo sostenibile, l’Italia mostra deboli segnali di crescita. Cresce l’occupazione, seppur con una forte componente di lavoro irregolare;
  • L’economia circolare, infine, ha compiuto alcuni passi avanti (il consumo pro-capite ha visto una flessione del 33% in 10 anni) ma molte imprese si mostrano ancora restie a investire in trasformazione digitale ed ecologica.

Benché la situazione non appaia positiva, “è ancora possibile cambiare passo, consolidando la crescente consapevolezza dell’opinione pubblica, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche sul fatto che, nonostante i negazionisti, la scelta della sostenibilità conviene tanto dal punto di vista sociale e ambientale, quanto da quello economico”, evidenzia Marcella Mallen, presidente di Asvis.

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