Latte, un accordo strategico per Lactalis Italia

2016-12-20T12:05:44+02:0020 Dicembre 2016 - 12:05|Categorie: Formaggi, Latte|Tag: , , , |

Milano – Qualcuno parla di un accordo storico, che segna un cambiamento dei rapporti fra industria e organizzazioni agricole, per le modalità con cui è stato raggiunto, l’equilibrio fra le parti e la sintesi di un prezzo soddisfacente per entrambi e perfettamente in linea con il mercato, in grado di tutelare tutti in caso di imprevisti scossoni. Ripensando ad anni passati, l’intesa raggiunta nei giorni scorsi (clicca qui) fra Italatte, azienda del Gruppo Lactalis, e gli allevatori è un grande risultato. Basta andare con la memoria ai gravi fatti del novembre dello scorso anno, con i blocchi di Coldiretti davanti alle sedi Lactalis Italia, che paralizzarono l’azienda e resero molto teso il tavolo delle trattative. Senza dubbio, le organizzazioni agricole, insieme alle Op, hanno trovato questa volta una strategia comune, alla quale si sono attenute. Dal canto suo, Lactalis ha negoziato un ottimo prezzo, in linea con le indicazioni del mercato che, il 12 dicembre, sulla piazza di Lodi, quotava il latte spot a 42,50 euro per 100 Kg, ben il 25,93% in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Un prezzo vicino a quello francese (40,50 euro, +28,57%) e, ancora di più, a quello tedesco, che vale oggi (sempre al 12 dicembre) 41,50 euro al chilo, in crescita del 29,69% sul 2015. Dati che si aggiungono a quelli di carenza della materia prima in Europa, causata dalla crisi dei prezzi e dal sostegno della Ue alla riduzione della produzione di latte. Di qui, senza dubbio, la decisione di lasciare carta bianca agli allevatori sulla produzione, con l’unico vincolo di comunicare a Lactalis la previsione 2017. A questo si aggiungono, in Italia, tutte le tensioni relative alle nuove difficoltà di approvvigionamento poste, in generale, dal decreto sull’etichettatura d’origine del latte, che dovrebbe essere pubblicato a breve sulla Gazzetta ufficiale. L’accordo fra Italatte e i suoi conferenti introduce anche un meccanismo di indicizzazione legato alla quotazione del grana padano, per una quota del 30%, che permette così al prezzo del latte di restare in linea con il mercato nazionale e internazionale. Secondo alcuni analisti, l’intesa raggiunta è molto favorevole per Lactalis rispetto alle previsioni sull’andamento dei corsi e degli scambi nei primi mesi del 2017, mentre per altri consente al Gruppo francese di dimostrare ancora una volta una grande responsabilità, anche a fronte del fatto che questo accordo è, da sempre, punto di riferimento per l’intero mercato. L’unica nota stonata è rappresentata dai soliti presenzialisti coldirettiani in casacca gialla, che appena usciti dal tavolo della trattativa congiunta si sono immediatamente affrettati a rivendicarne una totale ed esclusiva paternità, ben lontana però dai fatti.

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