Lidl connection (4). Il pool antimafia: “Era come pescare trote in un laghetto sicuro”

2023-01-17T13:08:15+02:0016 Maggio 2017 - 09:15|Categorie: Retail|Tag: |

Milano – Si fanno sempre più precisi i dettagli della vicenda che vede coinvolti alcuni dirigenti Lidl (non la società che è estranea alla vicenda). Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri a Milano Ilda Boccassini e Paolo Sturari, rispettivamente procuratore aggiunto e sostituto del tribunale di Milano, hanno spiegato come si muovevano presunti corruttori e corrotti. “È stata una indagine molto complessa, condotta in perfetta sinergia tra la Polizia e la Guardia di Finanza. Sono stati seguiti i passaggi di denaro, il denaro raccolto a Milano veniva consegnato alla famiglia Laudani”, ha spiegato Ilda Boccassini. “Per coloro che volevano corrompere era come pescare trote in un laghetto sicuro: sapevano esattamente chi, come e dove trovare le persone da corrompere”. Ma c’è di più. Come stabilisce la sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano, presieduta da Fabio Roia, disponendo l’amministrazione giudiziaria dei centri Lidl: “Non può essere invocata una posizione di buona fede” di alcuni dirigenti delle quattro direzioni generali Lidl in quanto “non solo percepiscono denaro per assegnare lavori in favore degli indagati ma intrattengono, in via diretta o indiretta (questo allo stato non è noto) rapporti con soggetti appartenenti alla famiglia mafiosa dei Laudani in grado di orientare le scelte” della catena della grande distribuzione nell’assegnare gli appalti dei servizi.

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