• Microchip

Microchip nel Parmigiano Reggiano per tutelare i consumatori… o per spiarli?

2023-09-14T10:22:43+02:0014 Settembre 2023 - 10:22|Categorie: Formaggi|Tag: , , |

Reggio Emilia – L’ultima mossa del consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano per contrastare le imitazioni ha fatto discutere. Infatti si è deciso di ricorrere a un microchip, edibile e piccolo quanto un grano di sale, che sarà integrato nell’etichetta di caseina presente sulla crosta esterna. Con il compito di garantire l’autenticità e tracciabilità di ciascuna forma.

A produrli è l’americana p-Chip. Questa tecnologia, già testata su 100mila forme di Parmigiano Reggiano e in uso presso 10 caseifici, è in fase di test per stabilire se estenderla a tutta quanta la Dop. “Dalla costituzione del consorzio nel 1934, siamo stati in prima linea per promuoverne e difendere l’autenticità del Parmigiano Reggiano e comunicare in tutto il mondo le differenze con prodotti similari che non soddisfano i severi requisiti della Dop. Siamo fieri di essere il primo consorzio di tutela a introdurre queste etichette digitali e sicure per garantire un prodotto ancora più protetto e tracciato”, ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del consorzio.

Sentir parlare di microchip ha sollevato, però, i sospetti di alcuni. Non sono mancate le solite voci di corridoio che sussurrano di complotti orditi ai danni degli ignari consumatori. L’azienda che realizza questi dispositivi, tuttavia, ha assicurato che è possibile interagire con i microchip solo da brevi distanze e, in ogni caso, il loro ingerimento li renderebbe inutilizzabili.

Clicca qui per rimanere aggiornato sul mondo dei prodotti lattiero-caseari.

Torna in cima