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Nappini (Slow Food): “Non servono provvedimenti contro la carne coltivata, ma informazioni corrette”

2023-12-11T15:59:05+02:0011 Dicembre 2023 - 15:58|Categorie: Carni|Tag: , , , , |

Bra (Cn) – “Il divieto alla produzione e vendita della carne coltivata non chiude la discussione: la apre”. Lo afferma Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, commentando il disegno di legge contro i cosiddetti cibi sintetici, recentemente approvato dalla Camera. “Non possiamo ridurre a battaglia ideologica un tema complesso”, spiega, specificando che “non servono provvedimenti che vietino la produzione e la vendita di alimenti prodotti da colture cellulari o tessuti di animali come quello appena divenuto ufficialmente legge, ma informazioni corrette, che consentano a tutti di scegliere. Proibire è una scorciatoia. Serve un’analisi onesta, capace di accogliere la complessità”.

Come si legge in una nota, secondo l’associazione no profit il cibo “è parte integrante dell’identità dei popoli, frutto di saperi, tradizioni, innovazioni, scambi di conoscenza”. Per questo, “il problema di un’eccessiva produzione di carne non si risolve passando dagli allevamenti intensivi ai laboratori, ma si affronta analizzando e modificando il modello che ha originato questa distorsione”. Continua la presidente: “Vogliamo aprire una riflessione su un modello diverso di allevamento, che si ponga onestamente delle domande sull’accesso alle risorse naturali e sul diritto alla sovranità alimentare”.

La denuncia è contro quella “manciata di multinazionali” che “controlla quasi tutto: la produzione di semi, fertilizzanti chimici, pesticidi, mangimi, prodotti farmaceutici; la genetica animale, l’allevamento, la macellazione, la distribuzione; perfino le compagnie nautiche che trasportano mangimi e farine attraverso il globo”. Conclude la nota: “Di fatto, proprio chi è fra i principali responsabili della deriva attuale dell’allevamento – e ne detiene il controllo a livello globale – ora che il settore inizia a intravedere minacce all’orizzonte investe sulla carne coltivata usando gli stessi strumenti e gli stessi schemi: brevetti e monopoli”.

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