Nomisma: “Forti incrementi, da qui al 2030, per cibo a base d’insetti e carne in vitro”

2023-02-09T11:35:06+01:009 Febbraio 2023 - 11:10|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Roma – Nell’ambito della prima giornata della IX conferenza economica di Cia-Agricoltori Italiani, in corso l’8 e il 9 febbraio al Palazzo dei Congressi dell’Eur, Nomisma ha presentato un report che prende in analisi le tendenze alimentari più discusse in questo momento dall’opinione pubblica e in sede politica.

Da una parte l’aumento dei prodotti a base d’insetti, che in Europa toccherà, entro il 2030, 260mila tonnellate, con una platea di consumatori prevista in circa 390 milioni di unità. Dall’altra il business della carne in vitro, che a oggi ha registrato investimenti pari a non meno di 1,3 miliardi di dollari.

Nella visione di Nomisma, al via libera della Commissione Europea all’immissione sul mercato della farina di grillo seguirà una rapida crescita esponenziale dell’impiego di insetti per ingredienti nei prodotti alimentari, con una produzione Ue stimata in crescita dal 2019 al 2025 di 180 volte. Si passerà, secondo l’istituto di ricerca, da 500 a 90mila tonnellate, sino a una proiezione al 2030 pari a 260mila tonnellate, con dunque un ulteriore consolidamento del trend nel quinquennio successivo. Di contro, Nomisma prevede un calo della produzione di insetti interi del 15%, mentre saliranno del 5% le vendite di pane, sostituti della carne e nutraceutici (integratori farmaceutici) a base di polvere di insetti.

Dopo il semaforo verde della US Food and Drug Administration alla carne di pollo prodotta in laboratorio, anche in Europa ci sarebbe un forte interesse a muoversi nella stessa direzione. A oggi i laboratori e le start up censite a livello globale sono 117 (erano 13 nel 2016). Secondo Nomisma la produzione di carne in vitro nel 2030 raggiungerà un volume pari a 2,1 milioni di tonnellate.

La carne sintetica va nella direzione opposta a quella che è la nostra idea di cibo”, commenta il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, “idea basata sulla valorizzazione delle nostre produzioni agricole e zootecniche, simbolo di alta qualità e identificative dei territori e delle tradizioni nazionali”. Stando a Fini, la produzione artificiale “finisce per costare di più in termini di sostenibilità ambientale e non garantisce migliore salute e nutrizione per i cittadini. Al momento c’è il rischio concreto che l’agricoltura venga ridimensionata con ovvie conseguenze sulle aree interne con il progressivo abbandono dei territori”.

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