“Panino libero” a scuola: crescono i rinunciatari al servizio mensa

2017-04-27T08:52:03+02:0027 Aprile 2017 - 08:52|Categorie: Mercato|Tag: , |

Bologna – A Torino i rinunciatari al servizio mensa sono quasi raddoppiati dall’inizio dell’anno. Dai 3mila di settembre sono passati a quasi 6mila (5.841) nel secondo quadrimestre, su un totale di 30mila studenti. Oltre un terzo dei rinunciatari appartiene alle fasce di reddito più basse. E’ l’effetto “panino libero”, dovuto alla sentenza della Corte d’Appello di Torino, che nel giugno 2016 aveva riconosciuto il diritto a portarsi il pasto da casa dopo le proteste delle famiglie su costi (7 euro al giorno) e qualità dei servizi. Un fenomeno in crescita che preoccupa dirigenti scolastici e amministrazioni locali, e che rischia di mettere in crisi le casse dei Comuni e portare ad esuberi: a Torino, il calo di entrate è stato di 1 milione di euro negli ultimi tre mesi del 2016. La protesta spesso assume la forma dell’assenza giornaliera, più che della disiscrizione annuale. “A Verona”, scrive Repubblica, “108 alunni in dodici istituti mangiano cibi preparati dalle mamme: pasto consegnato entro le 8 del mattino, vietati patatine fritte e ketchup. A Genova sono 90 le disdette al servizio su 23mila pasti serviti ogni giorno. Milano Ristorazione ne ha registrate una decina su 80 mila pasti. A Mestre e Venezia ne sono arrivate 25 a inizio d’anno scolastico”. E altri segnali arrivano da Napoli e Roma. Intanto, il ministero all’Istruzione ha annunciato un tavolo tecnico col dicastero della Sanità per aggiornare le linee guida sulla ristorazione scolastica.

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