Peste suina, Sardegna resta in zona rossa. Confindustria: “Ricorso alla Corte di giustizia Ue”

2022-03-24T10:49:14+02:0024 Marzo 2022 - 10:49|Categorie: Carni, Salumi|Tag: , |

Cagliari – Rinnovato il divieto assoluto all’esportazione di carni suine sarde e loro derivati, senza alcuna deroga rispetto agli allevamenti certificati. È quanto emerge dal provvedimento emanato lo scorso 11 marzo dall’Unità di progetto della Regione. L’organismo per la lotta alla peste suina africana in Sardegna ha infatti mantenuto in vigore, senza alcuna modifica per gli anni 2022 e 2023, tutte le limitazioni – valide da 11 anni – per le attività di trasformazione e per le esportazioni. Rimane vigente anche il divieto di introdurre carni sarde negli stabilimenti autorizzati all’esportazione anche quando ne garantiscano la completa separazione del ciclo di lavorazione. Ma Confindustria Sardegna non ci sta. E, insieme alle altre associazioni di categoria, vuole fare ricorso davanti alla Corte di giustizia europea. “Anni di abbattimenti e un piano capillare di eradicazione e contrasto, che hanno portato enormi sacrifici e danni a tutta la filiera suinicola sarda, non hanno consentito alla nostra isola di liberarsi dall’embargo”, attacca Confindustria. “Tutta la regione resta in zona rossa nonostante gli ultimi casi di circolazione del virus nell’isola siano stati identificati oltre tre anni fa e soltanto in alcune aree ristrette e ben delimitate”. “La pubblicazione del documento dell’Unità di Progetto è avvenuta in silenzio”, denunciano poi gli industriali. “E, complici anche gli ultimi fatti di cronaca, tra guerra in Ucraina e proteste per i rincari, non ha avuto grande rilievo pur rappresentando l’ennesima mazzata a una filiera produttiva strategica per l’economia della Sardegna”.

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