Quote produttive del grana padano, il Consorzio di tutela risponde a Copagri

2016-02-18T17:36:21+01:0018 Febbraio 2016 - 11:48|Categorie: Formaggi, Latte|Tag: , , , , , |

Desenzano del Garda (Bs) – Non si è fatta attendere la risposta del Consorzio del grana padano alla missiva di Copagri, indirizzata ai ministri delle Politiche agricole e delle Sviluppo, che accusa di ‘illegittimità’ il metodo di assegnazione delle quote produttive ai caseifici e non agli allevatori (leggi qui). A stretto giro di posta, l’Ente di tutela ha riunito il proprio Cda e redatto una comunicazione, inviata agli stessi interlocutori, ribattendo punto per punto alle accuse della confederazione agricola. I vertici del Consorzio sottolineano, innanzitutto, che il piano produttivo “nasce e si sviluppa per favorire una crescita graduale e ordinata delle produzioni e del latte ad esse destinato in base alla ricettività del mercato nazionale e mondiale”. Dal 2007, anno della sua introduzione, la produzione di grana padano, spiega la lettera, “è cresciuta di ben il 19,47%, e con questa, naturalmente, il latte destinato a grana padano pari ad un incremento medio del 2,16% all’anno”. Quanto al prezzo del latte, il documento del Consorzio precisa che il Piano produttivo “ha garantito alle stalle del circuito grana padano una remunerazione media per litro latte (eccetto ovviamente per il latte a parmigiano reggiano) superiore a qualsiasi altra destinazione italiana ed europea (fonti Clal)”. Il documento entra poi nel dettaglio delle differenze tra la filiera del grana padano e quella del parmigiano reggiano, chiamata in causa da Copagri nella sua missiva poiché, in quel caso, le quote sono assegnate alle stalle e non ai caseifici, illustrando le molte ragioni per cui tale sistema non potrebbe essere introdotto per la Dop grana padano. Si attende, ora, il parere ufficiale dei ministri e degli Assessori regionali chiamati in causa.

Per visualizzare la lettera completa del Consorzio grana padano, clicca qui

Torna in cima