Emergenza aviaria nel bresciano

2017-11-14T10:36:24+02:0014 Novembre 2017 - 10:36|Categorie: Carni|Tag: , |

Brescia – Sono circa 800mila i capi abbattuti nel bresciano a causa del virus H5N8, che non comporta alcun pericolo per l’uomo. L’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Brescia è intervenuta in ottobre nel distretto di Lonato, dove l’influenza aviaria ha colpito 21 impianti, e in altri 10 allevamenti indenni. Tacchini, anatre, polli e galline ovaiole sono gli animali interessati. Insomma, l’emergenza è tutt’altro che terminata. “Sono in previsione altri cinque interventi in altrettanti impianti in zona di protezione dal focolaio di Cigole”, spiega al quotidiano Il Giorno Carmelo Scarcella, direttore generale Ats Brescia, “con l’abbattimento di 129.600 capi”. Secondo Francesco Brescianini, direttore dipartimento veterinario, è un lavoro “che prevede la presenza del veterinario in tutte le procedure prima e dopo l’abbattimento ma anche la definizione delle zone di protezione e di sorveglianza definite da un raggio rispettivamente di 3 e 10 chilometri di distanza dal focolare con il blocco della movimentazione di pollame, pulcini e uova. Per velocizzare le operazioni abbiamo istituito una ‘unità di crisi'”. Le stime complessive, tra indennizzi e smaltimento della carcasse, si aggirano sugli 8 milioni di euro.

 

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