Assica: vendite di salumi in crescita del +4,1% nei primi nove mesi

2021-10-26T12:51:31+01:0026 Ottobre 2021 - 12:51|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: , |

Milano – Nei primi nove mesi dell’anno, i salumi crescono più della media dei freschi: +4,1%, per 170mila tonnellate totali nel canale dei super e ipermercati (vs il 2,7% della media). Sono i dati presentati a Tuttofood da Assica, durante il Convegno ‘Il consumo dei salumi in Italia: dati, trend e novità dal mercato’, un focus frutto di una ricerca Iri-Tuttofood illustrata da Marco Limonta, business insights director di Iri. Crescono in particolare i prodotti Dop-Igp, con un +9,6%, che detengono il 6,5% di quota a valore e rappresentano quasi un quarto del fatturato del settore. Poi si conferma l’ottimo trend delle referenze 100% italiano (+18,9%). Infine, la tutela dell’ambiente come criterio di consumo: qui i salumi già oggi rappresentano un riferimento per la sostenibilità del Largo consumo confezionato. L’11,9% utilizza un pack riciclato, mentre il 12,3% usa una ridotta o assente quantità di plastica. Dati che Assica accoglie con favore, dato il forte impegno dell’associazione sul fronte della sostenibilità. Il banco taglio, sempre nei primi nove mesi, segna un rimbalzo positivo del 5,8% (52,3% del totale delle vendite in super e iper), mentre il libero servizio cresce del 4,2% (32,3% del totale) e il take away è invece in deciso calo con un -5,9% (15,5% del totale). Nei salumi le principali categorie crescono in volume (+6,2% in totale), compresi crudo (+7,2%) e bresaola (+8,3%) che avevano riscontrato le maggiori difficoltà nel 2020. Il record appartiene al guanciale, con una variazione positiva del 37,2%, mentre segnano un trend negativo solo il lardo (-2,2%) e la coppa (-1,6%). La ricerca evidenzia una deflazione dopo un 2020 caratterizzato da un aumento dei prezzi dovuto fondamentalmente alla riduzione dell’attività promozionali, ora in ripresa e vicine ai livelli del 2019. Tra i formati, in crescita soprattutto i discount (+2%), l’e-commerce (+1,3%) e i drugstore (+0,3%) mentre i più penalizzati sono gli ipermercati (-2,1%). La spesa delle famiglie italiane segue inoltre un percorso di premiumness che apre spazi per l’innovazione di prodotto: la fascia di prezzo super premium rappresenta il 12,9% del totale con un +0,3%, mentre il mainstream premium è tendenzialmente stabile (+0,1%) pari al 19,9%. Lieve crescita per i prodotti a basso prezzo, il 24,9% del totale, con un più 0,4%. Calano invece i prodotti in fascia mainstream core che, pur rappresentando la maggioranza degli acquisti (42,3%) segnano un -0,8%.

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