Assocaseari, il punto settimanale: la ripresa dell’Horeca pesa poco sul mercato, ma la domanda di latte crudo è buona

Cremona – L’analisi degli andamenti della scorsa settimana, a cura di Assocaseari, rivela che il mercato è in ripresa, anche se non in maniera convinta. La riapertura dell’Horeca non si fa sentire significativamente, se non per la domanda da parte dei produttori di gelato e mozzarelle. C’è scarsa disponibilità di crema e manca latte scremato. Intanto Kempten registra le quotazioni più basse tra tutti i listini: non accadeva da anni. Di seguito il commento integrale, firmato da Emanuela Denti e Lorenzo Petrilli:

– Sul mercato nazionale, abbastanza buona la domanda di latte crudo con prezzi trattati tra 0,345 e 0,36 €/kg partenza. Poca disponibilità di crema nazionale di qualità, che viene trattata sopra il bollettino di Milano e si è messa in pari, se non sopra, con i prezzi trattati all’estero. Assoluta mancanza di latte scremato. I suddetti prezzi si intendono franco partenza. L’Horeca piano piano riprende a lavorare, anche se, per il momento, non si sentono grossi effetti sul mercati. La gran parte delle richieste, in quest’ultimo periodo, viene dai produttori di gelato, ma anche da quelli di mozzarella, che, come detto, cominciano a sentire l’effetto delle riaperture, con la speranza che, finalmente, arrivi la tanto sospirata estate con un ritorno alla normalità. Sul mercato estero, il latte crudo resta inchiodato intorno a 0,38 €/kg. La crema invece continua a salire con prezzi trattati tra 1,98 e 2,01 €/kg con però anche offerte a prezzi più alti. Ancora alta l’offerta anche negli ultimi giorni della settimana. Latte scremato offerto a prezzi più alti rispetto a quelli trattati, che oscillano intorno a 0,195 /kg. Dobbiamo tenere ben presente che i suddetti prezzi, sia del latte che della panna, si intendono franco arrivo Nord Italia con un costo di trasporto che incide tra 5 e 10 €/ton.

– Non si vedevano da anni i listini del burro europeo con la quotazione del tedesco più bassa di tutte. Kempten ha registrato un aumento di € 0,05 per il prezzo minimo, che passa a 3,95 €/kg, invariato il massimo che resta a 4,00 €/kg. La media tedesca è 3,975 €/kg. L’Olanda sale di € 0,06 e si porta a 4,04 €/kg. La Francia dopo l’aumento di settimana scorsa siede beata in cima alla montagna con il suo 4,29 €/kg. Questa settimana la media dei tre bollettini che prendiamo in considerazione è 4,102 €/Kg, che, anche se drogata dalla Francia, rispecchia abbastanza la realtà di mercato, con il burro francese che non viene nemmeno offerto, il polacco che è intorno a 4,00 €/kg e il tedesco intorno a 4,10-4,15 €/kg. Tutti i prezzi sono indicativi perché in pratica, data la grandissima incertezza sul futuro, gli scambi di merce sono ridotti al lumicino, non solo sul mercato nazionale ma anche sugli altri.

– I bollettini del latte in polvere segnano un invariato in Germania, ma aumenti sia in Francia che in Olanda. Sono solo i bollettini tedeschi a restare invariati, perchè il mercato è piuttosto frizzante, con ormai offerte per lo scremato di buona qualità intorno a 2.750 €/ton e offerte con validità molto più corte del solito. C’è anche da dire che l’Algeria si è affacciata sul mercato e questo crea fermento tra i vari venditori.

– I bollettini del siero in polvere seguono quelli del latte in polvere, invariati in Germania, ma in aumento in Olanda e Francia.

– Le quotazioni nazionali dei formaggi segnano un calo a Milano e Mantova per il Parmigiano Reggiano stagionato 12 mesi, e a Brescia per il Grana Padano. Quotazioni medie UE in aumento per l’Emmentaler a 4,86 €/kg e il Gouda a 3,20 €/kg, stabili per il Cheddar a 3,12 €/kg e in calo per l’Edamer a 3,18 €/kg. NB: I prezzi pubblicati devono essere considerati solo indicativi di una tendenza di mercato, in quanto miscellanea non solo di prezzi effettivi di vendita, ma anche di prezzi di offerte e/o richieste rilevate sul mercato.

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