• Trimestre anti-inflazione

Beni alimentari: l’inflazione ‘ereditata’ nel 2024 è pari all’1,3%

2024-01-17T13:15:16+02:0017 Gennaio 2024 - 12:41|Categorie: Mercato|Tag: , |

Roma – “L’anno sembra chiudere un ciclo dell’inflazione, ma elementi di incertezza ci sono e non lasciano prevedere se poi alla fine un ciclo si sia effettivamente chiuso”. Così commenta i dati sull’inflazione in Italia nel 2023 Alessandro Brunetti, responsabile del servizio Istat che produce le statistiche sui prezzi al consumo, sul Sole 24 Ore. A fine dicembre, infatti, l’inflazione in Italia ha rallentato, confermando uno 0,6% tendenziale, che ha portato la media annua al 5,7%. Secondo quanto si legge sul quotidiano, però, gran parte dell’inflazione registrata nel 2023 sembra effetto dell’eredità – pari a 5,1% – lasciata dall’aumento dei prezzi avvenuto nel 2022, quando la media annua ha toccato l’8,1%. Anche il 2024 subirà gli strascichi dell’inflazione registrata nel 2023 nell’ordine dello 0,1%. Per gli alimentari, in particolare gli alimentari freschi, però, il trascinamento sarà più alto: rispettivamente dell’1,3% e dell’1,9% sui freschi.

Tra i prodotti alimentare a maggior tasso di crescita del prezzo fra il 2019 e il 2023 figurano: lo zucchero (+64,8%), il riso (+50%), l’olio d’oliva (+42,3%), la pasta secca (+40,1%), il burro (+36,5%) e il latte intero (+21,9%). Nello stesso periodo, gli effetti degli aumenti dei prezzi hanno toccato in maniera diversa le famiglie italiane a seconda della fascia di reddito, pesando maggiormente su quelle in difficoltà economica.

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