Fava attacca la De Girolamo su Cun e latte

2014-01-10T21:09:56+02:0025 Ottobre 2013 - 12:11|Categorie: Mercato|Tag: , , , |

Cremona – Gianni Fava (nella foto) a tutto campo, nel suo intervento, ieri a Cremona, in occasione di Italpig, la fiera dedicata alla suinicoltura, in scena dal 24 al 27 ottobre. Ma soprattutto contro il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo. L’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia ha infatti contestato la gestione (o meglio la non gestione) da parte del titolare dal dicastero, di alcuni temi importanti dell’agroalimentare: “La Ministro non ha partecipato ieri, (23 ottobre, ndr) al Tavolo della filiera del latte che si è svolto a Roma. Con questa assenza ha dimostrato di volersene lavare le mani”. Atteggiamento analogo, secondo Fava, per quanto riguarda la Cun (Commissione unica nazionale) suini: “È inaccettabile che per tre settimane di fila si arrivi a una quotazione stabilita dalla sola parte dei venditori, mentre i compratori approfittano della jungla che si crea fuori dalla Cun. Dall’8 luglio in poi il Mipaaf ha competenze specifiche sul tema della Cun, ma non si fa vivo, anche di fronte a una palese e aperta violazione delle regole stabilite dall’accordo sulla Commissione”. Il confronto tra i due è atteso per sabato 26 ottobre, quando Nunzia De Girolamo dovrebbe visitare la fiera di Cremona: “Ci spiegherà il Ministro, se verrà sabato, perché succede questo. Se ha deciso di muoversi e cosa intende fare”. Altro tema caldo è quello del rapporto tra legge di stabilità e Psr (Piano di sviluppo rurale): “Non ci sono margini di discussione. C’è la guerra in parlamento”, dichiara Fava. “La legge di stabilità così come congegnata oggi ci impedisce di usare le risorse del Psr a disposizione degli agricoltori e cittadini. È impensabile che si cada in un’impasse, perché una legge dello Stato impedisce la compartecipazione con i fondi regionali. Come avviene in altri ambiti, i contributi regionali, in compartecipazione con il Piano di sviluppo rurale, devono essere esclusi dal patto di stabilità”.

 

 

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