Roma – Anche se rallentano i prezzi dei beni alimentari, l’inflazione torna a farsi sentire. I dati Istat mostrano che, nel mese di aprile gli alimenti e i prodotti per la cura della casa e della persona passano dal +12,6% al +11,6% in termini tendenziali, mentre i prodotti ad alta frequenza di acquisto passano dal +7,6% al +7,9%. Complessivamente, i prezzi sono aumentati dello 0,4% su base mensile (+8,2% su base annua).
Complice l’aumento dei costi dei servizi di trasporto (+2,4%), degli energetici non regolamentati (+2,3%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura personale (+1,0%) e degli alimentari lavorati, dei beni non durevoli e dei servizi vari (+0,5%). Il calo del 19,6% degli energetici regolamentati contrasta solo in parte questi aumenti.
Come riporta il Sole 24 Ore, le stime di Confesercenti prevedono, per il 2023, una diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie di 2,9 miliardi di euro; solo nel 2027 si tornerà a un livello pari a quello del 2021. Il Codacons, per aprile, mostra che ogni famiglia ha subito “una stangata” media di 2.400 euro annui. Coldiretti illustra le conseguenze delle avverse condizioni meteo: il prezzo dell’ortofrutta è salito del 7,6%.
Come conseguenza dell’inflazione, si ha che due famiglie su tre vanno a fare la spesa nei discount, con l’83% delle stesse che acquista prodotti in promozione.
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