Di Luigi Rubinelli
Di Esselunga i consumatori apprezzano molto il parcheggio coperto (essenziale in estate, davanti ai cambiamenti climatici che ci ostacolano il vivere quotidiano) e l’assortimento.
L’ampio assortimento e la scala prezzi sono uno dei suoi cavalli di successo da sempre.
Di Smart, la linea più conveniente, con prezzi al di sotto dei discount vicini, abbiamo già scritto (leggi qui). Aggiungiamo una new entry: le banane Smart con carrello girevole, un prezzo competitivo e una visibilità straordinaria.
Passando dallo scaffale degli oli di alto di gamma, nella scaffalatura verde, sorprende un po’ la troppo ampia selezione, soprattutto di olio italiano con etichetta dedicata:
- tracciabilità certificata
- classico
- 100% italiano
Mettere in etichetta ‘Italiano’ è di gran moda, come certificano le analisi di GS1. In molti casi in modo superfluo. In altri in modo gratuito.
Nel caso di Esselunga, tre oli simili appaiono ridondanti, soprattutto se si tratta di Mdd, marche del distributore. Ce n’è davvero bisogno? Non sarebbe il caso di mettere qualche olio regionale in più o di qualche marca regionale importante?
Probabilmente in una categoria assediata da sempre dalle promozioni e soprattutto inficiata dalle stesse, che smaterializzano qualsiasi brand e il loro contenuto, l’olio regionale contribuirebbe ad aumentare il valore della categoria, grazie a un ragionamento più calibrato e meno nazionalista di quello visto a scaffale.
