Roma – Rischio caos per l’olio extravergine di oliva. Dopo l’aumento dei prezzi e le scarse disponibilità degli ultimi mesi, è ora la concorrenza ‘sleale’ dei condimenti a generare preoccupazioni nel settore.
A lanciare l’allarme è l’Unione italiana delle famiglie olearie (Unifol), associazione che riunisce alcuni tra i più prestigiosi brand del settore. Secondo cui, in molti scaffali della Grande distribuzione, i condimenti a base di oli vegetali e di oli evo arricchiti con aromi (e dunque frutto della raffinazione chimica) verrebbero posizionati nello stesso scaffale degli oli extravergini di oliva (ottenuti invece dalla spremitura di olive). Il rischio, continua l’associazione, è quello di confondere i consumatori, attirati da prezzi convenienti.
“Sono sempre più numerosi i punti vendita dove la tutela del valore degli extravergini sta venendo meno”, spiega Giuseppe Vacca, presidente di Unifol. “La preoccupazione delle nostre aziende è che, in nome di guadagni facili, si giochi sulla poca chiarezza nei confronti dei consumatori e si presenti poi il conto ai produttori italiani onesti. Ai consumatori Unifol raccomanda di leggere bene le etichette prima di fare acquisti”.
