Succo d’arancia nelle bibite, minimo spostato al 20%. Ferrua: “italiani discriminati”

2014-06-13T10:00:20+02:0013 Giugno 2014 - 09:57|Categorie: Mercato|Tag: , , , |

Roma – Approvata ieri alla Camera la norma che sposta il limite minimo consentito di frutta nelle bibite analcoliche dal 12 al 20%. Ed è già polemica. Da una parte c’è chi festeggia, come Coldiretti, sostenendo che “ci sarà un consumo di 200 milioni di chili di arance all’anno in più, bevute dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate, il che significa cinquantamila kg di vitamina C in più”. Dall’altra c’è invece chi sostiene, come il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua, che questa nuova norma “è incostituzionale” e “determina una discriminazione”: “Chi produce aranciate in Italia dovrà seguire standard diversi da chi le produce negli altri Paesi e le vende nel nostro Paese: dovrà garantire il 20% di succo di arancia, italiana oppure no, anziché il 12% attuale, che è già il più elevato nella Ue rispetto ad una media del 5%. E’ dannoso introdurre vincoli e divieti circoscritti solo a chi produce in Italia. Così si favoriscono gli stranieri, si penalizza la competitività italiana, si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro fra diretti e indotto”.

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