Assosementi: “Necessario usare seme certificato per garantire la tracciabilità della filiera”

2023-06-28T10:36:36+02:0027 Settembre 2018 - 08:30|Categorie: Pasta e riso|

Bologna –  Anche per il 2018 l’impiego di seme non certificato per le coltivazioni del frumento duro rischia di essere superiore al 50%. Come evidenziato da Assosementi (l’Associazione delle aziende sementiere italiane), in occasione del congresso intrenazionale dedicato alla filiera (Bologna, 19-21 settembre), la principale conseguenza sarà il venir meno della tracciabilità della pasta. “Per garantire ai consumatori la costante qualità è fondamentale partire dal seme certificato”, ha spiegato Franco Brazzabeni, presidente della Sezione cereali di Assosementi. “Tracciare la filiera senza partire dal seme significa mettere in piedi un sistema incompleto, perché privo dell’elemento iniziale. Tra alcuni agricoltori si sta diffondendo la falsa convinzione che l’impiego di seme non certificato permette un risparmio nei costi di produzione. In realtà, il costo della certificazione non incide per più di un 2% sulle spese di produzione sostenute dall’agricoltore per ogni ettaro, un esborso compensato dai vantaggi produttivi e qualitativi garantiti”.

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