Assemblea Uiv/ decreto Sostenibilità per il vino. Patuanelli: “Contiamo di arrivare a settembre con il disciplinare firmato”

2021-07-06T14:32:54+02:006 Luglio 2021 - 14:32|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , , , , |

Roma – Le tante facce della sostenibilità applicata al mondo del vino hanno trovato spazio, questa mattina, nel corso dell’Assemblea generale di Unione italiana vini (Uiv). A prendere la parola, nel corso dei lavori, grandi nomi dell’enologia made in Italy nonché esempio concreto di vera sostenibilità per tutti gli operatori della filiera – Argiolas, Cantine Settesoli, Firriato, Frescobaldi e Schenk Italia – insieme a una nutrita rappresentanza di eurodeputati, gli onorevoli Paolo De Castro, Herbert Dorfmann e Pina Picierno, che hanno sostenuto e perorato le esigenze espresse dall’agroalimentare italiano nei tavoli di confronto sulla nuova Politica agricola comune. Insieme a loro, anche Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Mipaaf e lo stesso titolare del dicastero, Stefano Patuanelli. Al centro dei confronto, le misure contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – che per l’agroalimentare stanzierà circa 8 miliardi di euro – e soprattutto il neo-nato Decreto sostenibilità, che fa dell’Italia la prima nazione europea ad avere uno standard pubblico sostenibile per il settore vitivinicolo (la seconda nazione al mondo, dopo la Nuova Zelanda). “Un risultato raggiunto dopo due anni di lavoro”, spiega Giuseppe Blasi, “durante i quali abbiamo passato al vaglio il contenuto dei disciplinati dei diversi sistemi di certificazione esistenti per arrivare a redigere un disciplinare unitario, che sarà ora esaminato da un panel di esperti e che puntiamo ad approvare entro l’estate”. “Contiamo di arrivare a settembre con il disciplinare firmato”, conferma Patuanelli, che in merito alla nuova Pac ha commentato: “Mettere in campo strumenti che tutelino la distintività della nostra agricoltura è uno dei grandi obiettivi che ci siamo dati. Il lieve contrasto tra Consiglio e Parlamento è stato proprio legato al modo in cui abbiamo cercato di far comprendere che gli strumenti in essa contenuti dovevano anche prevedere la flessibilità necessaria, a ogni Paese, per raggiungere gli obiettivi comuni. Ho un solo rammarico, ossia che c’era margine per migliorarne la semplicità di attuazione, attraverso una maggiore sburocratizzazione”.

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