Milano – Campari, nella prima metà dell’anno in corso, ha registrato un rallentamento della sua capacità di crescita. Nonostante i risultati ottenuti siano comunque migliori rispetto a quelli messi a segno nello stesso periodo dell’anno precedente, i traguardi raggiunti sono inferiori alle aspettative degli analisti.
Il gruppo, nei primi sei mesi del 2023, ha generato vendite per 1,458 miliardi (+16% rispetto al 2022) e una crescita organica del +14,2% (+10,1% nel secondo trimestre). Il margine lordo dell’azienda si è attestato a 872,3 milioni, in aumento del 13,8% a valore, mentre l’utile netto è stato di 216,9 milioni (+8,9%). L’indebitamento finanziario, infine, è pari a 1.823,2 milioni al 30 giugno 2023 (in aumento di 268,0 milioni sul 31 dicembre 2022). A performare bene i segmenti di aperitivi, tequila e premium bourbon.
“Guardando al resto del 2023, rimaniamo fiduciosi sullo slancio positivo del business nelle combinazioni chiave di brand e mercato rispecchiando la stagionalità e l’attesa normalizzazione della crescita dei volumi, grazie alla forza dei nostri marchi, e al buon andamento del canale on-premise”, sottolinea Bob Kunze-Concewitz, Ceo di Campari. “Riguardo al medio periodo, rimaniamo fiduciosi di continuare a realizzare un sostenuto sviluppo delle vendite e della marginalità a livello organico, facendo leva sul miglioramento del mix e sulla normalizzazione dell’inflazione sui costi di produzione”.
