Carni suine: la Cina sta recuperando l’autosufficienza. L’analisi di Teseo by Clal

2022-01-11T20:20:25+02:0011 Gennaio 2022 - 12:50|Categorie: Carni, Salumi|Tag: , , , |

Modena – La Cina, dopo aver subito l’epidemia della peste suina africana tra il 2019 e il 2020 che ha portato all’abbattimento di milioni di capi nel Paese, oggi lavora per recuperare l’autosufficienza. I dati Usda (United States Department of Agriculture) elaborati da Clal confermano un progressivo ripopolamento interno della mandria di suini negli ultimi mesi – con un’autosufficienza che è passata dal 97,7% del 2018 all’87,5% del 2020, nel picco della crisi della peste suina, oggi invece risalita al 90,4% – ma anche una diminuzione dei volumi importati di carni suine (inclusi i salumi). Gli ultimi dati disponibili, relativi a novembre 2021, evidenziano infatti che l’import cinese di carne suina ha subito una flessione del 26,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In particolare, sono diminuite le importazioni di carni fresche, refrigerate e congelate provenienti da Ue (-43,6%), Usa (-61,2%) e Canada (-71,3%). Come evidenziato da Teseo by Clal, inoltre, “il rafforzamento della posizione cinese in termini di autosufficienza di carne suina si vede anche dall’inversione di rotta impressa dal trade mondiale delle carni suine, in flessione nel periodo luglio-settembre (ultimo disponibile). Tenuto conto appunto che la Cina è il primo importatore su scala mondiale di carne suina, il rallentamento negli acquisti ad opera di Pechino si ripercuote sui numeri a livello globale”. Secondo le stime Usda, nel 2022 la produzione interna cinese potrebbe però subire un rallentamento del 4,9% rispetto al 2021. Soprattutto a causa dell’aumento dei costi di produzione (materie prime, suinetti, energia), che spingerebbe gli allevatori a rallentare il ripopolamento della mandria suina.

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