Roma – Secondo l’ultimo bollettino Fao la produzione cerealicola mondiale, nel 2023, sarà di circa 2.823 milioni di tonnellate. Un risultato in aumento dello 0,9% rispetto al 2022 e superiore alle 10,3 milioni di tonnellate raggiunte nel 2021. I prezzi di vendita alla produzione, per il comparto, sono in flessione e, come si legge su Repubblica Affari&Finanza, si stima che scenderanno ulteriormente quando saranno immesse sul mercato le 3,6 milioni di tonnellate di grano accumulate nel corso del 2022.
A preoccupare gli agricoltori, però, secondo il quotidiano, sono gli aumenti dei costi di produzione. “I coltivatori devono comprare le sementi in anticipo, e vale anche per i fertilizzanti, acquistati dagli agricoltori a prezzo molto alto”, sottolinea Monika Tothova, economista della Fao. Secondo le stime del Centro Studi Divulga, a risentire maggiormente della situazione sono Italia, Francia, Germania e Spagna.
Si mantengono ancora alti sui prodotti alimentari, compresi i cereali, anche gli indici dei prezzi al consumo Istat. “I prezzi al consumo non sperimentano questa discesa”, continua Tothova, “soprattutto perché poi le famiglie non comprano all’ingrosso, comprano prodotti raffinati come il pane o la farina, su cui incidono alti costi di prodizione e i costi dei trasporti”.
