Guida Michelin 2024, l’Italia ha fatto 13

2023-11-15T09:27:43+02:0015 Novembre 2023 - 09:27|Categorie: Mercato|Tag: , |

Il nostro Paese guadagna un Tre Stelle in più, rispetto ai 12 dell’anno scorso: è il Quattro Passi di Nerano (Napoli). Tristellato anche il nuovo locale di Niederkofler, che resta dunque nel club dei grandissimi. Cinque i nuovi Due Stelle.

di Tommaso Farina

Abbiamo fatto 12, possiamo anche fare 13. Come al Totocalcio, peraltro ormai soppiantato dalle stranissime scommesse calcistiche di oggi. Francamente, in tema di gioco d’azzardo, probabilmente nessuno avrebbe scommesso che l’Italia avrebbe guadagnato ancora un altro Tre Stelle sulla Guida Michelin. E invece, nell’edizione 2024 presentata ieri pomeriggio al Teatro Grande di Brescia, sarà proprio questo il verdetto che tutti leggeranno.

I due fortunati sono un cavallo di ritorno e un giovane virgulto scalpitante. Il primo è Norbert Niederkofler. Il barbuto cuciniere altoatesino non è nuovo all’olimpo della cucina: il suo storico St. Hubertus di San Cassiano (Bolzano), la cui chiusura (temporanea?) tante voci aveva alimentato, aveva già ottenuto il massimo riconoscimento sulla Guida Rossa. Stavolta, le Tre Stelle sono fioccate per la sua nuova creatura: l’Atelier Moessmer, di Brunico (Bolzano), dove ammannisce l’ormai famoso menù ‘Cook the Mountain’ e piatti in qualche modo celebri come il risotto alla faraona e pino mugo, o i ditalini di farro al ristretto di cervo e radice imperatoria. Un gradito ritorno nel club dei più esclusivi dunque, per questo cuoco che ama la sua terra con devozione incondizionata. Altro discorso per Fabrizio Mellino, classe 1991, dunque poco più che trentenne. È lui il nuovo volto di Quattro Passi, il ristorante che la sua famiglia possiede da quarant’anni a Nerano, la frazione di Massa Lubrense (Napoli) famosissima per gli spaghetti conditi con zucchine e provolone, detti appunto ‘alla Nerano’. Visibilmente emozionato, lo chef ha accolto con prevedibile felicità un riconoscimento tanto importante, che ha dedicato ai familiari. C’è da auspicare che il balzo poderoso alle vette della ristorazione italica spingerà la famiglia Mellino a migliorare il sito web del ristorante, che non si distingue né per usabilità né per chiarezza informativa (dove si legge il menù?): per un Tre Stelle, si tratta di un passo, anzi di quattro passi importanti.

Novità anche sul secondo gradino del podio. A totalizzare due stelle sono anzitutto due chef che hanno locali ‘nuovi’, ma che in passato avevano già assaporato una simile gloria: Andrea Aprea, adesso bistellato col ristorante milanese che porta il suo nome, era già stato premiato al suo Vun, mentre Michelangelo Mammoliti, trionfatore nel suo nuovissimo progetto La Rei Natura, di Serralunga d’Alba (Cuneo), era ben noto a chi si fosse seduto ai tavoli de La Madernassa di Guarene (Cuneo) prima che arrivasse l’attuale alfiere Giuseppe D’Errico. Oltretutto, se Aprea a Milano una stelletta già l’aveva, per il locale di Serralunga si tratta di un balzo direttamente a due, senza passare per il grado intermedio. È la stessa cosa capitata al terzo premiato, il Verso di Remo e Mara Capitaneo, in piazza Duomo a Milano: da zero a due, tutto d’un botto. Un altro vincitore ci viene invece dal Vesuvio: è il George Restaurant. Il suo chef, Domenico Candela, ha dedicato il riconoscimento testé ottenuto a Napoli, la sua città. Viene dal Sud anche il quarto neo-bi-stellato: Piazzetta Milù, nelle capaci mani della famiglia Izzo, a Castellammare di Stabia (Napoli). Il loro chef, Maicol Izzo, ha anche ottenuto lo Young Special Award di Michelin, dedicato ai giovani particolarmente meritevoli. Così, la Campania si trova ad avere una doppietta di due stelle e un tre stelle in più, a conferma del suo momento di grazia culinario.

Più ampia la pattuglia dei nuovi locali monostellati: in tutto, sono 26. Quest’anno, non c’è stata la consueta e silenziosa elencazione dei ristoranti penalizzati, e non sappiamo il perché. Tra le curiosità: Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio (Mantova), il tristellato della famiglia Santini, quest’anno ha avuto la Stella Verde, accanto ad altri 13 nuovi colleghi. Tredici, come gli altri 13 tristellati che lo accompagnano.

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