Il Codacons denuncia Altroconsumo all’Antitrust: “Test arbitrari che turbano il mercato”

2021-06-14T10:25:09+02:0014 Giugno 2021 - 09:03|Categorie: Grocery, in evidenza, Mercato, Pasta e riso|Tag: , , , |

Roma – Altroconsumo nel mirino del Codacons. La rivista ha infatti pubblicato nei giorni scorsi un’indagine comparativa sulla pasta, valutando tramite test alcune marche e dando alle stesse un voto con indici di valutazione differente. “Una indagine”, si legge in una nota del Codacons, “che non sembra riportare i laboratori a cui sono state affidate le analisi delle paste, laboratori qualificati dall’autore dell’indagine come ‘indipendenti’ e che avrebbero testato in maniera autonoma i prodotti. Inoltre la rivista Altroconsumo affermerebbe di avere proceduto a una serie di valutazioni che, tuttavia, sono caratterizzate da assoluta genericità e arbitrarietà in assenza di elementi concreti e soprattutto affidabili, considerato che nel test pubblicato non ci sarebbe mai alcun riferimento a soggetti deputati per legge ad effettuare i controlli. Nulla inoltre è noto riguardo ai criteri con cui la rivista privata Altroconsumo avrebbe individuato le aziende da sottoporre ai test e i relativi prodotti sottoposti ad analisi”. Per questi motivi l’associazione ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, all’Antitrust e alla Agenzia repressione frodi in cui si chiede di voler procedere al riesame con nuove analisi o verifiche rispetto a quelle già effettuate dalla rivista. L’indagine infatti “è in grado di alterare il mercato e le scelte economiche dei consumatori, portandoli a penalizzare alcune aziende in favore di altre”. Non è la prima volta che i test di Altroconsumo suscitano un dibattito: nel 2019, sempre dopo un esposto del Codacons, l’Antitrust ha ordinato di modificare i claim ‘miglior acquisto’, ‘qualità ottima’. Loghi rilasciati da Altroconsumo alle aziende e marchi individuali regolarmente registrati, “a chiunque ne facesse richiesta attraverso l’accettazione delle condizioni del regolamento d’uso e – soprattutto – il pagamento di somme di denaro fino a 24mila euro”, spiega la nota del Codacons relativa ai fatti.

 

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