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Il ministro ottimista Adolfo Urso, i numeri dell’inflazione e quelli del Trimestre anti-inflazione. C’è qualcosa che non quadra

2024-01-30T11:04:15+02:0030 Gennaio 2024 - 11:04|Categorie: Il Graffio, Mercato, Retail|Tag: , , |

Di Luigi Rubinelli

Adolfo Urso, il ministro delle imprese e del Made in Italy, è un entusiasta di carattere. Recentemente ha pubblicato questo post con il quale si intesta la riduzione dell’inflazione nel nostro paese.

Il grafico testimonia il decremento dell’inflazione in Italia, non l’indice di inflazione, infatti a dicembre l’inflazione è stata del 3,4%. Non sappiamo comunque esattamente a cosa si deve il calo. Impossibile chiedere alle fonti dei dati la possibilità di avere soltanto i numeri riguardanti la sola alimentazione, probabilmente si scoprirebbe che il calo è dovuto all’energia, mentre i prezzi dell’alimentare sono aumentati. Ieri nel fare la spesa mi sono accorto che la busta dei biscotti e leggermente sgonfia, cioè hanno diminuito il numero di biscotti ma il prezzo non è cambiato. Chissà per quanti prodotti sta succedendo la stessa riduzione?

L’entusiasta Ministro, quando ha lanciato il Carrello anti-inflazione ad ottobre dello scorso anno, ha speso diverse parole per far capire che senza questa operazione ministeriale alla quale ha aderito una Gdo recalcitrante (che ha scomposto le promozioni già previste per intestarne alcune al Trimestre anti-inflazione), la spesa degli italiani sarebbe stata più ridotta e amara.

Come sappiamo, l’operazione ministeriale è andata male. In cambio, però, dell’appoggio della Gdo la presidente del Consiglio ha passeggiato un’oretta fra gli stand di Marca a Bologna facendo i complimenti ora a questa ora a quella insegna. Insomma: un piatto di lenticchie per tanti sforzi sui lineari di vendita.

Anche Federdistribuzione è ammalata di ottimismo.

Il suo comunicato è fin troppo sincero e politicamente generoso: “I dati di Nielsen IQ relativi al mese di dicembre confermano l’importante ruolo delle imprese della Distribuzione moderna a sostegno del ‘Trimestre anti-inflazione’, a beneficio del potere d’acquisto delle famiglie. A dicembre, il dato relativo all’andamento del prezzo medio tendenziale complessivo nel grocery, per la Distribuzione moderna, continua la sua discesa per il terzo mese consecutivo, attestandosi al +1,9% rispetto al +3,4% registrato a novembre e al +5,1% di ottobre, con volumi in crescita al +2%. Il segmento della Marca del distributore (Mdd) registra, in questo trimestre, risultati molto positivi, con una crescita delle vendite a volume a dicembre del +6,4% e un andamento del prezzo medio tendenziale che, non solo conferma il rallentamento, ma segna una discesa dei prezzi medi del -0,1%, rispetto al +1,2% di novembre. Relativamente alle vendite i prodotti dell’industria di marca, invece, segnano una flessione a dicembre del -0,4%, e un andamento del prezzo medio tendenziale del +3,5%, rispetto al dato del +5,1% di novembre”.

Si dimentica però di scomporre i dati di vendita degli slim dei prezzi de ‘Il trimestre anti-inflazione’ da quelli delle altre promozioni in atto nei tre mesi, già previsti dalla programmazione annuale delle insegne della Gdo, e soprattutto di dicembre quando ho contato tre tipi di promozione in atto in ciascuna insegna. Se devo essere sincero fino in fondo, da giornalista mi ha impressionato solo la riduzione del 10% della spesa attuata nel mese di dicembre da UniCoopFirenze che non era prevista affatto e si basava su dati di povertà delle persone rilasciati dalla Caritas toscana.

Per farla breve: la distribuzione ha bisogno della politica, eccome se ne ha bisogno. Ha bisogno di visibilità e di azione veloce ma negli anni scorsi si è affidata ai cavalli sbagliati e adesso sta cercando scorciatoie che difficilmente porteranno a una reputazione generale che in economia gli manca.

Perché tutto questo?

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