La Cassazione conferma il maxi sequestro di spaghetti prodotti in Turchia per il pastificio L.Garofalo

2017-05-25T11:54:00+01:0025 Maggio 2017 - 11:54|Categorie: Pasta e riso|Tag: , , , , , , , |

Roma – Arriva dalla Cassazione la conferma del maxi sequestro, avvenuto nell’ottobre 2015 al porto di Genova, di circa un milione di chili di spaghetti prodotti in Turchia per il pastificio campano ‘L.Garofalo’ di Gragnano, con l’accusa di violazione delle norme sul made in Italy e vendita di prodotti industriali con segni contraffatti. Secondo i giudici della Suprema corte, sono “argomentate e logiche”, le motivazioni che avevano spinto il Tribunale del riesame a congelare il carico, poiché ritenute “fallaci le indicazioni apposte sulla pasta, tali da ingannare il consumatore sulla provenienza della merce e da integrare l’ipotesi penale”. La scritta ‘made in Turkey’, secondo l’accusa, era poco visibile e facilmente cancellabile, mentre sarebbero stati più evidenti il richiamo all’Italia e a Gragnano. L’amministratore delegato del pastificio, Massimo Menna, si è difeso in Cassazione spiegando che i 2.700 colli di pasta della gamma ‘Santa Lucia’ erano destinati al mercato africano, transitati in Liguria solo per motivi tecnici, prima di partire verso l’Atlantico. Secondo i giudici, però, “anche la presenza temporanea della merce, ancorché destinata all’estero, appare condotta idonea a integrare l’importazione, nel senso di introduzione, della stessa nel territorio italiano”. E’ la seconda volta che il maxi sequestro approda in Cassazione, dopo l’annullamento con rinvio del giugno 2016 a cui è seguita però una nuova conferma, che ha riportato il caso alla Suprema corte.

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