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Pmi coesive: stimato un aumento di ricavi, occupazione ed esportazioni

2023-09-18T11:19:57+02:0018 Settembre 2023 - 11:19|Categorie: Mercato|Tag: , , |

Roma – Si sviluppa sempre di più il modello di business seguito dalle pmi coesive. Piccole e medie imprese che mettono al centro del proprio operato le relazioni interne ed esterne. Secondo il rapporto ‘Coesione è competizione’, redatto da Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo e Unioncamere e ripreso da Il Sole 24 Ore, le pmi coesive rappresentano il 43% del totale delle pmi oggi. Mentre erano il 32% del totale nel 2018 e il 37% nel 2020.

Diversi i benefici di questo modo di fare impresa. Le pmi coesive, come evidenziato da un sondaggio Unioncamere – Tagliacarne, si sono dimostrate più resistenti nel periodo della pandemia. Ma non solo. Il 55,3% di loro stima per il 2023 un aumento dei ricavi rispetto al 2022. Il 34,1% dell’occupazione e il 42,7% delle esportazioni. Le pmi coesive, poi, sono anche più attente alla transizione verde e digitale. Nel periodo che va dal 2022 al 2024 sono il 62,1% quelle che intendono investire in sostenibilità, mentre 46,9% quelle che intendono adottare tecnologie digitali.

“Uno dei tratti delle imprese coesive oggi è l’aumento del numero medio di relazioni che queste pmi hanno instaurato con numerosi soggetti”, sottolinea al quotidiano Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione Symbola. “Se durante la pandemia la relazione verso i dipendenti aveva avuto un ruolo preponderante, con il ritorno alla nuova normalità crescono quelle con altri soggetti”. Ad aumentare, le pmi coesive che hanno intensificato i rapporti con le banche (dal 12% del 2020 al 41% del 2022). Ma anche con le associazioni di categoria (dal 12% al 26%), e con le istituzioni no profit (dal 6% al 20%). Ancora bassa, invece, la percentuale di pmi coesive che stringono rapporti con le istituzioni.

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