Modena – Nel 2020, i Paesi del Sud-Est asiatico hanno importato 8,4 milioni di tonnellate di prodotti lattiero-caseari per un valore di 25 miliardi di dollari. Il dato, pubblicato da Teseo Clal nel corso del webinar ‘Sud-Est asiatico, quali opportunità per l’agroalimentare?’ (leggi qui), evidenzia la crescente necessità per questi Paesi di importare i prodotti lattiero-caseari a causa di un basso livello di autosufficienza. In questi Paesi il livello di benessere è in aumento e, di conseguenza, assisteremo a un cambiamento della tipologia di consumi alimentari e all’incremento della richiesta di latte e formaggi. Cresce anche l’import di siero di latte per la nutrizione delle mandrie suine cinesi (essenziale in seguito al ripopolamento messo in atto dopo l’abbattimento di ingenti capi colpiti dalla febbre suina africana). Ad oggi i principali Paesi fornitori di prodotti lattiero caseari sono Nuova Zelanda, Ue, Usa e Australia e il maggiore importatore è la Cina (nei primi otto mesi del 2021 ha incrementato l’import del 30,3%). Nel primo semestre 2021 i prodotti più richiesti nell’area del Sud-Est Asiatico sono i formaggi (+12,5%), il latte sfuso e confezionato (+37,7%), la polvere di latte intero (+16,6%) e la polvere di siero (+24,1%). Dall’Ue, in particolare, i Paesi dell’area in questione comprano semilavorati (+7,7%) e prodotti finiti (+38,3%, soprattutto latte sfuso e confezionato, formaggi e crema di latte) e all’Italia chiedono formaggi di alta qualità. Il Giappone compra formaggi freschi, mozzarella e formaggi grassi, oltre a parmigiano reggiano e grana padano; la Cina acquista per lo più formaggi freschi e formaggi grassi; la Corea del Sud importa per lo più mozzarella, formaggi grassi, freschi, grana padano e parmigiano reggiano; Hong Kong compra formaggio fresco, mozzarella, grattugiati, formaggi grassi, formaggi duri no Dop, grana padano e parmigiano reggiano.
