Usa, prezzi alimentari gonfiati (3): dal New York Post, cinque ‘falce e martello’ per il controllo dei prezzi proposto da Kamala Harris

2024-08-21T11:50:20+01:0021 Agosto 2024 - 11:50|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , , , |

New York (Usa) – Secondo quanto riporta un articolo del New York Post, i dirigenti dell’industria alimentare hanno respinto in queste ore l’affermazione del vicepresidente Kamala Harris, secondo la quale starebbe aumentando il costo dei generi alimentari. La Harris, candidata alla presidenza per il Partito Democratico, ha incolpato l’avidità delle aziende per l’impennata dei prezzi nei supermercati (leggi qui) e ha affermato che è necessario istituire un controllo dei prezzi per abbassare il costo dei generi alimentari a livello nazionale, che è salito alle stelle da quando il presidente Biden è entrato in carica.

Le aziende alimentari hanno risposto che i costi della manodopera e delle materie prime sono aumentati a causa dell’alta inflazione, rendendo necessari gli aumenti dei prezzi. Hanno anche detto che devono mantenere margini di profitto sani per continuare a sviluppare nuovi prodotti. Il piano del vicepresidente Kamala Harris di vietare il “price gouging” è stato criticato da Andy Harig, vicepresidente di Fmi, associazione di categoria che rappresenta i rivenditori e i fornitori di generi alimentari. Anche alcuni economisti, come Journal Michael Sinkinson, che insegna alla Kellogg School of Management della Northwestern University e ha fatto parte del Consiglio dei consiglieri economici del presidente Biden, sostengono che il tentativo di arginare il fenomeno del price gouging potrebbe determinare conseguenze indesiderate.

Nell’articolo del New York Post compare anche una sorta di ‘pagellone’ di quello che viene definito “Codice Rosso”, ovvero “Il piano di Kamala Harris per il comunismo in stile americano”. La testata parla di “un’elargizione di 1.700 miliardi di dollari, quando il nostro deficit di bilancio quest’anno è di 1.900 miliardi di dollari e il nostro debito nazionale è già di 35mila miliardi di dollari”, e valuta alcune proposte “su una scala da 1 a 5 di falce e martello”.

La prima proposta presa in analisi è proprio quella del divieto federale che verrebbe imposto alle pratiche di “price gouging”. “Cosa c’è di sbagliato: Che cos’è l’aggiotaggio? Cosa è eccessivo? Non lo dice, e i controlli sui prezzi si ritorcono immancabilmente contro l’aumento della domanda di beni limitati. Il costo sarà: mercati neri, accaparramento, meno concorrenza … e inflazione più alta”. Valutazione? ☭☭☭☭☭

 

Foto di Andreas ***** su Unsplash

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