Cosa ha venduto l’e-commerce in Italia, fra scatolame e marche del distributore

2022-03-29T16:13:33+02:0029 Marzo 2022 - 16:12|Categorie: in evidenza, Retail|Tag: , |

Di Giulio Rubinelli

Un fattore importante che favorisce la scelta dell’e-tailer (e-commerce) è dato, per ovvie ragioni, dalla non deperibilità dei prodotti acquistati. Tra le categorie che compongono l’e-cart (il carrello virtuale), prevalgono cibi a lunga conservazione quali ad esempio surgelati (+12,6 milioni di euro di ricavi nei primi sei mesi del 2021 vs 2020), salumi (+12,5 milioni di euro), cereali e prodotti da forno (+10,5 milioni di euro) o prodotti dietetici e salutistici (+12,4 milioni di euro), tutti con variazioni percentuali di crescita a doppia cifra rispetto al primo semestre 2020.

Nel carrello online la marca del distributore assume un ruolo più rilevante rispetto a quanto accade negli acquisti della rete fisica, tanto che la quota di mercato arriva a pesare un quarto del totale mercato (+5 punti rispetto al ruolo assunto nel canale fisico).

Anche nel 2021 si riconferma il trend del click&collect che, nel primo semestre 2021, arriva a pesare il 17% a valore su tutto l’e-commerce del Largo consumo confezionato. Nonostante la consegna a domicilio, quindi, sia in assoluto la modalità di ritiro preferita per la spesa alimentare fatta online (83% sul totale delle vendite nei primi sei mesi del 2021), è il click&collect a crescere di più negli ultimi anni (+9% la quota di mercato rispetto al 2019) grazie anche agli investimenti dei retailer.

Fonte: italiani.Coop

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