Diretta Cibus 2024 / Renzo Sartori (Number 1 Holding): “La sostenibilità è un fattore strategico”

2024-05-09T10:32:56+02:009 Maggio 2024 - 10:30|Categorie: in evidenza, Mercato|

Un’efficiente gestione delle merci e degli spazi è fondamentale per ridurre i costi e minimizzare l’impatto sull’ambiente. Ce ne parla Renzo Sartori, presidente di Number 1 Holding. Con uno sguardo sul futuro del settore.

di Tommaso Tempesti

Il settore logistico ricopre sempre più un ruolo strategico all’interno del mercato, data l’incidenza sul fatturato delle imprese e l’importanza di ottimizzare i costi di spedizione, con ricadute importanti anche sull’ambiente. Lo sa bene il presidente di Number 1 Holding, Renzo Sartori, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente di Assologistica. Il gruppo, presente in tutta Italia, si occupa, appunto, di logistica: è attivo in tutti i canali, dalla Grande distribuzione, alla rivendita specializzata, al canale tradizionale, fino all’Horeca; si occupa di food con una specializzazione nel grocery, ma anche di beverage, homecare, beauty e salute. Nell’intervista parliamo dell’azienda e delle soluzioni che offre, con uno sguardo anche sui progetti per il futuro.

Ci racconti di Number1 Holding: come nasce? E a che punto è oggi?

Number 1 nasce come spin-off di Barilla nel gennaio del 1996. Nel 2012 subentra Fisi, che oggi si chiama Number 1 Holding, costituita da tre soci: io, Gianpaolo Calanchi e Davide Villani. Attualmente contiamo su nove hub, vale a dire magazzini in cui raduniamo le merci di diversi clienti, per una superficie di oltre 700mila metri quadri. Questi sono presenti in tutta Italia (Milano, Parma, Bologna, Verona, Roma, Bari, Caserta, Sicilia e Sardegna). Vi sono poi più di 50 magazzini in tutta la Penisola, tra cui quelli che si occupano di gestire il fine linea delle aziende e quelli riservati ai singoli marchi. Infine, per la gestione dell’ultimo miglio, abbiamo una trentina di transit point (magazzini di 3-5mila metri quadri). Diamo lavoro a quasi 1.200 dipendenti diretti; l’obiettivo è di arrivare a 1.500 nel 2024. Se contiamo anche gli indiretti, tuttavia, arriviamo a 4.500 persone.

Com’è andato il 2023?

È stato un anno molto importante per noi. Abbiamo totalizzato 396 milioni di euro di fatturato, con un Ebitda nella media di mercato.

Quali servizi offrite alle aziende?

Offriamo anzitutto una rete capillare e presente in tutta Italia, come prima si accennava. Il nostro sistema ci permette di appoggiarci a numerosi magazzini di diverse dimensioni a seconda nelle necessità, così da ottimizzare i costi e le risorse, in modo da essere estremamente efficaci nel portare a termine le consegne che ci vengono affidate. La nostra flotta, che comprende circa 400 trattori e 500 semi-rimorchi, include mezzi adatti a tutte le situazioni, dai tir ai furgoncini. Possiamo occuparci di tutto il processo che segue la fine della produzione di un bene, fino alla consegna al retailer. Una volta che un’azienda ha realizzato il prodotto, noi lo preleviamo e lo portiamo nei nostri magazzini. Qui ci occupiamo di gestirlo e prepararlo per gli ordini, a seconda delle richieste che ci vengono fatte, in modo che poi sia pronto per essere spedito. Quindi lo conduciamo a destinazione. In tutto questo, c’è un enorme valore aggiunto che possiamo garantire: in un’unica spedizione possiamo mettere assieme le referenze di diversi produttori, così da ridurre al minimo le spese e gli sprechi. Per fare questo lavoro sono fondamentali i sistemi informatici, così da ottimizzare gli ordini e la composizione stessa delle merci sui mezzi di trasporto. Difficilmente trasportiamo aria.

La crisi del Canale di Suez ha impattato in qualche modo sul vostro operato?

Si tratta di una faccenda che non impatta su di noi direttamente, in quanto riguarda soprattutto il commercio delle materie prime, mentre noi ci occupiamo di distribuire il prodotto lavorato. L’impatto si è fatto sentire principalmente sui nostri clienti, cioè sulle aziende.

A Cibus terrete un convegno dal titolo ‘La sostenibilità come fattore strategico’; che cosa significa?

L’evento sarà l’occasione per confrontarci, all’interno del più importante salone di riferimento per i nostri clienti – intesi come industria e Gdo – su come oggi, sempre più, le grandi sfide ambientali, sociali e di governance siano strategiche per le imprese. Noi abbiamo messo il tema della sostenibilità al centro del nostro modello di business già anni fa quando abbiamo scelto di diventare Società Benefit o quando abbiamo dato vita a Next, che oggi è un’associazione che a livello nazionale si occupa di favorire l’inclusione lavorativa di persone vulnerabili. Siamo convinti che la sostenibilità costituisca un motore di crescita in grado di generare valore di lungo periodo per tutta la filiera e per i territori. A Cibus presenteremo le ultime tappe di questo nostro percorso: abbiamo misurato con lo strumento di analisi Si Rating di Arb S.B.P.A. le nostre performance di sostenibilità e l’allineamento delle nostre attività agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu e abbiamo redatto il nostro primo bilancio di sostenibilità. Sappiamo però che per rimanere competitivi, in un contesto in cui a volte la valutazione sui servizi che offriamo avviene sulla base di altri Kpi, serve che questo approccio venga anche sostenuto dal punto di vista legislativo ed è necessario soprattutto un cambiamento culturale.

Quali sono gli elementi da tenere d’occhio per lo sviluppo futuro della logistica?

Il futuro della logistica si gioca a partire da alcuni presupposti. Anzitutto, oggi si tratta di un settore estremamente parcellizzato, con tantissime aziende presenti sul mercato. Inoltre, si tratta di un settore a bassa profittabilità, ma ha bisogno di attirare investimenti. Infine, c’è la necessità di norme chiare che lo regolino. Secondo il mio punto di vista, il mercato sta subendo cambiamenti significativi. Prevedo una riduzione del numero di imprese, con un aumento delle fusioni e acquisizioni, che daranno origine a aziende più grandi. Queste nuove realtà dovranno essere altamente specializzate per attrarre investimenti e mantenere la loro competitività.

 

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